Natale e Pasqua sono giorni di festa che si celebrano in tutto il mondo (o quasi). Eppure, paradossalmente, c’è ancora qualcuno che nutre dubbi o manifesta interrogativi sull’autenticità della vita di Cristo.
Negli ultimi anni, durante i miei incontri con i giovani, mi è capitato di notare un forte interesse nei confronti di tutto ciò che riguarda una visione non tradizionale dei Vangeli. Spesso mi sono state poste domande come “Ma è vero che Gesù faceva i miracoli?”, oppure “Che rapporto aveva con Maria Maddalena?”. E ancora: “La resurrezione di Cristo è un fatto storicamente accertato, oppure si è trattato di una finzione?”
Alle origini di questo interesse c’è la sempre maggiore diffusione di libri che vorrebbero proporre una visione alternativa del Cristianesimo, basata su presunti documenti segreti o su testi antichi che raccontano la storia di un Gesù diverso da quello che conosciamo.
Circolano saggi e romanzi che giocano sul miscuglio tra realtà e fantasia. Alcuni hanno raggiunto un tale successo da ispirare un ampio mondo parallelo: film, programmi radiofonici e televisivi, siti Internet, compact disc musicali, DVD, video e discussioni sui social network.
Questo bombardamento di notizie non poteva non avere ripercussioni sul mondo giovanile, suscitando curiosità e spesso anche un po’ di confusione. C’è chi valuta il fenomeno con preoccupazione ed allarmismo, temendo che possa generare gravi danni ed allontanare le nuove generazioni dalla fede.
Ma non è così. Per una corretta analisi della situazione, è necessario prima di tutto fare un passo indietro e domandarsi in quale terreno culturale trova le sue radici il successo di queste ipotesi alternative sulla vita di Cristo.
Prima di tutto bisogna considerare che la figura di Gesù, per qualunque giovane, è sempre affascinante, a prescindere dal fatto che si creda in Dio, nel Papa o nella Chiesa. E’ un’immagine che, in ogni caso, non lascia indifferenti. Perciò è normale che un ragazzo possa essere desideroso di approfondire alcuni aspetti della sua storia.
Il problema non è la curiosità dei giovani, ma lo spirito che, a volte, potrebbe accompagnarla. Insieme alla diffusione di certi testi e film alternativi, si è cercato di trasmettere una certa non-cultura del sospetto. Si è lasciato credere che la Chiesa cattolica non avrebbe detto tutta la verità su Gesù, per riuscire a mantenere il suo potere. Di conseguenza, i Vangeli che ascoltiamo durante la Messa non sarebbero quelli veri.
Come nasce questa convinzione? Tra le nuove generazioni, la non-cultura del complotto è stata alimentata negli ultimi anni da popolari telefilm e da siti internet.
L’idea che li accomuna è sempre la stessa. I vari governi del mondo nasconderebbero oscuri segreti, per non sconvolgere gli equilibri dell’umanità: dal presunto occultamento di prove sulla presenza di extraterrestri fino ai più complicati scenari dello spionaggio internazionale.
Il problema è che certi siti internet e certi telefilm tendono ad attribuire un valore di serietà alle teorie più bizzarre e alle leggende metropolitane più assurde, invitando i giovani a diffidare di tutto e di tutti.
Questo clima di sospetto ha certamente contribuito alla creazione di un terreno favorevole ad accogliere l’idea di una cospirazione manovrata dalla Chiesa cattolica, che avrebbe nascosto chissà quali segreti sulla vita di Gesù.
Purtroppo alcune di queste idee vengono proposte sotto forma di romanzo. Si cerca di sfruttare quella diffusa tendenza alla confusione tra fantasia e realtà che è tipica di alcuni giovani di oggi. Le nuove generazioni, sempre più sole ed abituate ad immergersi per ore nella dimensione virtuale dei videogiochi, sono maggiormente esposte al rischio di smarrire la linea di confine tra ciò che è vero e ciò che è soltanto il frutto di una costruzione mentale.
A questa tendenza bisogna aggiungere, poi, la disinformazione prodotta da una progressiva mentalità “New Age” che continua a dipingere Gesù come “uno dei tanti profeti”, degradandolo dalla sua natura divina per ridurlo al livello di un qualsiasi santone o predicatore da talk show.
Di fronte a queste correnti di pensiero, che hanno raggiunto anche i ragazzi, non bisogna reagire con paura. Guardiamoci intorno e siamo realisti. Tutta questa opera di disinformazione sui Vangeli, alla fine, si sta rivelando un vero e proprio “boomerang” nei confronti di chi progettava di seminare confusione.
Mai, come in questi ultimi anni, si è parlato così tanto della storicità dei Vangeli. Si sono organizzati incontri, dibattiti, momenti di riflessione. Sono stati pubblicati tanti libri utili, a cominciare da quello di Benedetto XVI su Gesù di Nazaret.
Alla fine tutta questa incredulità si è trasformata in uno stimolo per aiutare i ragazzi a riscoprire il Cristo più autentico. E’ da qui che bisogna partire, senza paura e senza imbarazzo, per cercare di ristabilire la verità ed aiutare i giovani a ritrovare la bellezza di un Cristianesimo trasparente e senza segreti.