Lettura

Il mondo è un deserto che attende la vita. Israele attende la salvezza ma la sua debolezza mortale lo porta a scoraggiarsi, ad avere «ginocchia vacillanti» e «mani fiacche». Ma l’annuncio profetico ridesta la speranza di ogni uomo e scuote il deserto: «Si rallegrino il deserto e la terra arida… vedranno la gloria di Dio». Anche nel Vangelo risuona un simile grido di speranza: «Àlzati e cammina!». Gesù lo rivolge non solo al paralitico, ma ad ogni uomo che nella tristezza e nella sofferenza ha perso la speranza. Egli viene per guidare i poveri sulla via della redenzione e della gioia. 

Meditazione

La paralisi blocca l’esistenza di un uomo, lo rende incapace di vivere, di lavorare, di svolgere la benché minima azione e, soprattutto, genera un dolore profondo: quello di non poter più realizzare i propri progetti, i sogni, le aspirazioni. Il mondo odierno soffre di questa malattia: il peccato lo tiene in ostaggio, schiacciandolo sotto il peso dell’oppressione e della tristezza. Gli uomini hanno atrofizzato il loro cuore, smarrito dietro falsi idoli che hanno succhiato via la loro vita, hanno inaridito la loro forza vitale rendendoli incapaci di camminare, di amare, di gioire. Il paralitico del Vangelo siamo noi con le nostre miserie che bloccano ogni nostro movimento, che ci impediscono di camminare sulla strada del bene, che ci fanno sentire stanchi anche quando compiamo solo pochi passi, innescando un circolo vizioso in cui la tristezza genera scontentezza e, questa, delusione, e quindi inattività e passività. Ma Cristo viene a svegliare la nostra anima assopita, viene a guarire la nostra paralisi. Forse dovremmo fare come gli amici del paralitico evangelico e aiutare i fratelli a incontrare il Signore, magari anche noi scoperchiando qualche tetto pur di aiutare questi nostri fratelli ad essere guariti. In ogni caso è certo che dobbiamo lasciare che Gesù liberi la nostra vita e ci faccia tornare a camminare sulla via dell’amore. Il mondo che non crede in Cristo guarda con sospetto alla sua potenza, ci considera degli illusi, gente credulona che desidera essere liberata dalla sua sofferenza e si rivolge a Cristo come a una fittizia speranza. Ma sia la nostra gioia la migliore testimonianza per loro, la vita nuova che si manifesta in noi li aiuti a credere e ad esclamare con noi: “Abbiamo visto cose prodigiose”.

Preghiera

O Signore, tu che liberi e salvi chiunque si rivolge a te, aiutami a camminare nella via della fede, aiutami ad avere un cuore puro e libero, capace di amare i fratelli, di condividere con loro le sofferenze e le tristezze per liberarli con il tuo aiuto e condurli con noi sulla via della gioia. 

Agire

Aiuterò i miei fratelli, soprattutto i più lontani e i più riottosi al Vangelo, a conoscere Cristo e la speranza che Egli sa donare, testimoniandone la gioia. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor Marco Frisina, presidente della Commissione Diocesana di Roma per l’Arte Sacra e i Beni Culturalitratta dal mensile “Messa Meditazione”per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it