La prima parte è stata pubblicata ieri, sabato 7 dicembre.

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“Apostasia” e “Anticristo”: può chiarire un po’ questo 'lato oscuro' della storia umana?

Don Lorenzo Rossetti: La Bibbia e il Catechismo della Chiesa cattolica sono formali: purtroppo, insieme alla crescita del Regno, al progresso della vera umanità, cresce pure la zizzania e il male. Penso che dopo il XX sec. Non si possa più avere dubbi sull’esistenza del demoniaco, che ha assunto le forme del gulag, di Auschwitz, dei genocidi. Esiste un ‘mistero di iniquità’, un inspiegabile odio di Dio e dell’uomo che è attivo nella storia. E che per di più si ammanta da “angelo di luce”, cioè si traveste con le migliori intenzioni e le più belle credenziali di umanismo e di emancipazione. Oggi l’elemento ‘anticristico’ non sta più nelle ideologie del paganesimo sfacciato (nazi-fascista o comunista), ma in quello più “soft” (apparentemente!) della democratica e tecnologica manomissione sull’uomo e sulla vita umana: la cultura gender, il rifiuto di qualsiasi ‘natura umana’ e legge naturale; l’autodeterminazione anarchica dell’uomo. È il trionfo dell’apostasia dalla fede e dell’ateismo pratico. Il recente caso del Belgio con la legalizzazione dell’eutanasia sui minori è emblematico: tutto ciò approvato legalmente, democraticamente, nel pieno disprezzo dell’appello di tutte le confessioni religiose. L’empietà che si erge “sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio” (2Ts 2,4). Questa ‘bestia apocalittica’ (che chiamo ‘antropocrazia’) è ancora più temibile del fondamentalismo religioso (islamista), che presenta invece il volto ‘teocratico’ del mistero d’iniquità.

Cos’è il nuovo umanesimo cristiano?

Don Lorenzo Rossetti: In fondo è la risposta che il Vaticano II, rifacendosi alla migliore tradizione cattolica (i Padri, san Tommaso, gli Umanisti cattolici del Rinascimento, i ‘nuovi teologi’ del primo Novecento), ha dato alla sfida del nostro tempo che nasce come epoca centrata sull’uomo. Il messaggio è semplice: il vero umanesimo suppone Dio, il Creatore, l’alleanza: un umanesimo ateo porta all’autodistruzione dell’umano. L’umanesimo cristiano invece ritorna alle fonti, all’annuncio primitivo, al Kerygma, che è la più grande dichiarazione d’amore verso l’uomo. A questo si accompagna la nuova proposta socio-politica della Chiesa, che Paolo VI sintetizzava con il termine di “Civiltà dell’amore”. Si tratta di un inedito modello di relazione Chiesa-Stato, che evita sia la teocrazia antico-medievale (in pratica dall’editto di Teodosio del 380 alla Rivoluzione francese), sia il moderno secolarismo laicista (declinato in forma totalitaria e/o relativista). La Chiesa recupera il suo ruolo di minoranza significativa: sale, luce, lievito. Essa si propone come fermento di umanità e di fraternità. Ci situiamo qui proprio in mezzo tra le due derive suaccennate: né indebito potere temporale della chiesa (teocrazia), né strapotere dell’uomo che si auto-idolatra (antropocrazia). È la sfida dell’umanesimo aperto alla trascendenza. È la linea di tutto il Magistero pontificio post-conciliare.

Come leggere la storia quindi?

Don Lorenzo Rossetti: Come un ‘invito a nozze’; il tempo datoci per aderire alla Buona notizia, per sperimentare la nuova umanità (filiale e fraterna) portata dallo Spirito di Cristo; per dilatare il regno e lasciare che i suoi fermenti animino spontaneamente (cioè come proposta e non come imposizione) il tessuto sociale e culturale. Tutto questo con speranza e discernimento critico, senza farsi illusioni utopistiche, ma pure fiduciosi nella Provvidenza che ci stimola pregare affinché il Regno venga anche sulla terra “come in cielo”.

A chi si rivolge questo libro?

Don Lorenzo Rossetti: Direi a qualsiasi cristiano di media cultura desideroso di scorgere il senso del nostro passato e di affrontare le sfide del presente alla luce di quella straordinaria carica che è la speranza teologale. Più che un trattato per specialisti, il testo è una “piccola catechesi” semplice e accessibile, anche se non priva di rimandi per chi volesse poi approfondire.

Ha dedicato il libro al Papa, a Kiko Arguello e Carmen Hernandez e ai suoi genitori…

Don Lorenzo Rossetti: Sì. Nel piccolo della mia storia personale essi sono le principali “autorità” per il mio essere uomo cristiano. Proprio in questo anno i miei genitori hanno festeggiato il loro 50° anniversario di matrimonio. Papa Francesco - che è pure il mio vescovo (essendo presbitero della diocesi di Roma!) - incarna un modo originale di esercitare il pontificato, in senso radicalmente evangelico. Kiko e Carmen sono gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale, che è l’itinerario di fede che mi ha aiutato a maturare nel discernimento cristiano e che considero una delle realtà ecclesiali più atte a rispondere alle sfide dei nostri tempi.