Nuovo video con il reporter britannico ostaggio dell'Isis

Nel filmato John Cantlie costretto ad accusare gli Stati Uniti di aver scatenato la “Terza Guerra del Golfo” e a definire “risibili” le stime di soldati necessari per stroncare il terrorismo in Medio Oriente

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Le stime secondo cui basterebbero 15mila militari per combattere lo Stato islamico? Sono “basse” e “risibili”. A dirlo è costretto John Cantlie, giornalista freelance britannico di 43 anni da 22 mesi ostaggio dell’Isis. Lo fa in un video che è stato diffuso poche ore fa, dopo quello comparso nei giorni scorsi intitolato “Lend me your ears” (“Rivolgete a me le vostre orecchie”), nel quale Cantlie illustrava le presunte ragioni dei jihadisti.

Il nuovo filmato dura 6 minuti e si chiama “Episodio 1”. Cantlie è seduto dietro a un tavolo, con una tuta arancione come quelle indossate dai prigionieri di Guantanamo, e accusa gli Stati Uniti di aver scatenato la “Terza Guerra del Golfo”, aggiungendo quindi che “era dai tempi del Vietnam che non assistevamo a un tale potenziale disastro”.

Cantlie, che fu rapito in Siria nel 2012 insieme al collega statunitense John Foley (decapitato dai jihadisti un mese fa) si presenta come “il cittadino britannico abbandonato dal mio governo e da lungo tempo prigioniero dello Stato islamico” e annuncia che presto ci sarà un nuovo video, definito “programma”, che verrà diffuso via internet.

 Cantlie, inoltre, mette in guardia dall’avvio di operazioni militari sul terreno contro l’Isis, affermando che le stime secondo le quali sarebbero necessari 15mila militari per combattere lo stato islamico sono “basse” e “risibili”. Infine, Catlie annuncia che ci sarà un nuovo video, definito “programma”, che verrà diffusi via Internet.

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ZENIT Staff

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