Vangelo 

Mt 18,15-20 

Lettura

Il Vangelo di questa domenica fa parte di una serie di raccomandazioni racchiuse da Matteo nel suo “discorso ecclesiale”. I discepoli del Signore vengono istruiti sul modo di vivere le relazioni fraterne, anche quando si deteriorano, generando conflitti. In particolare, nel nostro brano, vengono raccomandate alcune norme per accostarsi con premura al fratello che sbaglia, al fine di aiutarlo a comprendere il suo errore e a ravvedersi. Vivere da cristiani significa assumere un sincero interessamento verso il fratello, per sostenerlo quando sbaglia e per aiutarlo a ritrovare la retta via. 

Meditazione

Chi assume la responsabilità dell’altro ha il compito non facile di parlargli in verità, fino a giungere alla correzione fraterna. Discepolo del Signore è chi ha a cuore il bene degli altri, così da sostenerli nei momenti di difficoltà, aiutarli a illuminare le loro prospettive distorte o scelte inopportune. Non possiamo biasimare l’altro presentandoci con critiche pungenti o gratuite. La correzione è esclusivamente frutto di un profondo amore, considerando il fratello un’unica cosa con se stessi. Sant’Agostino consiglia a chi avvicina un fratello per correggerlo di avere di mira sì la sua correzione, risparmiandogli, però, l’umiliazione. Solo se una persona si sente accolta, non giudicata, può prendere coscienza della sua condizione e quindi accogliere benevolmente la correzione, anche se per chiunque è doloroso ammettere a se stessi e agli altri le proprie cadute. L’arte di correggere richiede delicatezza, umiltà e discrezione per cercare le vie più opportune pur di recuperare il fratello che sbaglia. Il Vangelo consiglia poi di allargare il dialogo e il confronto anche ad altre persone, perché chi sbaglia si convinca del suo errore e si converta, andando al di là delle sue prospettive personali e si apra ad una visione più ampia, ecclesiale. Quanto più un fratello è peccatore, tanto più è necessario un supplemento di amore da parte della Chiesa che chiama a conversione. Occorre una speciale oculatezza per intervenire al momento giusto, con un linguaggio e con toni appropriati, quando l’altro si trova nelle condizioni più adatte per ricevere la correzione. Chi viene richiamato deve, a sua volta, accogliere con altrettanta umiltà gli avvertimenti ricevuti, se avrà riconosciuto la bontà e la sollecitudine di chi corregge. 

Preghiera

Signore, donaci di riconoscerti presente in mezzo a noi perché sappiamo intervenire presso i nostri fratelli che sbagliano con umiltà, delicatezza e rispetto, ma mossi solo da un grande amore. Fa’ che impariamo ad obbedirti, perché ciò che suggeriamo agli altri sia espressione della tua volontà. 

Agire

Riusciremo a comprendere l’altro e a correggerlo solo nella misura in cui, amandolo pienamente, e con grande delicatezza, saremo riusciti a “fare breccia” nel suo cuore. 

Meditazione a cura di mons. Oscar Cantoni, vescovo di Crema, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it