Vangelo

Luca 4,16-30

Lettura

Il vangelo di Luca introduce il ministero pubblico di Gesù attraverso un discorso da lui tenuto nella sinagoga di Nazaret, il villaggio in cui era cresciuto. Egli si presenta ai suoi concittadini come colui che, consacrato dallo Spirito, è inviato per realizzare ciò che Isaìa aveva annunciato (61,1-2). La sua missione è rivolta a quanti sono prigionieri, perché siano liberati; ai ciechi, perché acquistino la vista e soprattutto ai poveri, perché siano consolati attraverso un annuncio di gioia. La sua azione non sarà rivolta esclusivamente ai suoi conterranei, ma estesa a tutti gli uomini.

Meditazione 

Ricevuto il battesimo, dopo aver meditato e pregato nel deserto per quaranta giorni, Gesù è ora consapevole della missione che il Padre gli ha affidato, ossia di rivelare il suo amore verso tutti. I gesti di guarigione che compirà e le azioni di salvezza che realizzerà nei confronti dei poveri non saranno altro che l’attuazione fedele del programma che Gesù ha esposto nel discorso presso la sinagoga di Nazaret, davanti ai suoi compaesani, stupefatti per tanta sapienza, ma insieme indispettiti dalle sue parole, che vanno ben al di là delle loro attese. Anche per noi, come per Gesù, la vita non è un succedersi disordinato di avvenimenti, ma il compiersi di un progetto che a lungo abbiamo preparato, di valori che abbiamo messo a fondamento della nostra esistenza, mediante i quali realizziamo la nostra vocazione personale, nella sequela del Signore. Qualunque essa sia, si tratta sempre di una chiamata a servizio dei fratelli, per sostenere quanti soffrono, per offrire loro consolazione e gioia, e aprirli a un futuro di speranza. Perché gli abitanti di Nazaret reagiscono davanti alle dichiarazioni di Gesù? Si oppongono al progetto di Gesù perché dalle sue parole è evidente che Egli vuole dilatare il suo amore compassionevole verso tutti, al di là del ristretto “mondo di Nazaret”. Lo vorrebbero a servizio esclusivo del loro spazio affettivo. L’amore di Dio, quello che Cristo è venuto a testimoniare con le sue azioni e con le sue parole, invece, non è mai esclusivo, ma sempre inclusivo, ossia vuole raggiungere tutti gli uomini, al di là dei loro meriti o semplicemente al di là di un legame di sangue. Lo Spirito del Signore dilati il nostro cuore perché diveniamo per tutti coloro che incontriamo un segno della bontà di Dio.

Preghiera

Signore Gesù, donami il tuo Spirito, perché oggi sappia essere per quanti incontrerò un testimone credibile dell’amore di Dio per tutti, segno che il mondo nuovo, inaugurato da te, è presente e operante dentro questo nostro mondo, che tanto attende gesti di misericordia, di tenerezza e di bontà.

Agire

Oggi scelgo di impegnarmi per il bene con animo generoso verso tutti, gratuitamente, senza attendermi nulla in cambio, senza domandarmi se gli altri se lo meritano o meno!

Meditazione a cura di mons. Oscar Cantoni, vescovo di Crema, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it