Vangelo

Lc 9,43-45 

Lettura

Nel brano evangelico è stridente il contrasto tra l’esultanza della folla, ammirata «di tutte le cose che Gesù faceva» (ha appena guarito un bambino epilettico!) e la sua improvvisa sconcertante dichiarazione. Per la seconda volta, l’evangelista riferisce le parole di Gesù, determinato a «essere consegnato nelle mani degli uomini». Segue immediata la reazione dei discepoli, stupefatti e increduli davanti all’annuncio della scelta che attende il Figlio dell’uomo. Essi non comprendono, anzi si rifiutano di capire, si ostinano a non voler dare ascolto alle decise indicazioni del Maestro. 

Meditazione

Con parole ben misurate, Gesù intende eliminare ogni equivoco: sì, è lui il vero Messia, perché attraverso parole e segni, rivela l’amore del Padre per i suoi figli; tuttavia il modo di manifestare la sua messianicità è molto diverso dalle attese del suo popolo. Gesù vuole liberare innanzitutto i discepoli da ogni possibile equivoco. Pur vicini al loro maestro e testimoni di innumerevoli gesti di bontà, di tenerezza, di compassione e di perdono, avrebbero desiderato, da parte di Gesù, una manifestazione chiara di potenza, un’affermazione rivelatrice di gloria. Essi, per primi, sono chiamati a conversione, a staccarsi dalle loro certezze, a purificare le loro attese, per aderire a Gesù che sarà esaltato attraverso la debolezza della croce, la sua libertà nel dare la vita, accettando umiliazioni, sofferenze, incomprensioni e morte. Il Vangelo sottolinea che i discepoli «non capivano queste parole»: la durezza della mente, e soprattutto il cuore ostinato, non permette loro di entrare nella prospettiva di Gesù. Egli è certamente ferito, interiormente solo, amareggiato dall’atteggiamento dei discepoli. Avverte una vera estraneità, come se fossero distanti dalla sua persona e dalla missione che essi pure condividevano giorno per giorno. Non capita forse anche a noi di aderire al Signore Gesù senza tuttavia aver accettato e compreso fino in fondo il suo stile di povertà, di debolezza e di croce? Anche a noi è difficile riconoscere la sua novità: Egli, come Messia sconfitto, testimonia la profondità dell’amore del Padre attraverso la via misteriosa, ma feconda, della croce. A noi il compito di approfondire il messianismo del Signore, perché da qui deriva la verifica dell’autenticità del nostro cristianesimo. 

Preghiera

Perdona, Signore, la nostra durezza di cuore e le resistenze davanti al tuo progetto. Tu ci chiami a condividere la strada della croce, via di fatica e di umiliazione, ma anche segno di intenso, sommo amore. Illumina la mente, riscaldaci il cuore perché crediamo nella profondità del tuo amore per noi. 

Agire

Ricordiamo oggi quanti, in tante regioni del mondo, soffrono persecuzione a causa di Cristo e del suo Vangelo, spesso senza che i fratelli nella fede se ne preoccupino! 

Meditazione a cura di mons. Oscar Cantoni, vescovo di Crema, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it