Del Portillo: le testimonianze di chi l'ha conosciuto

Un carmelitano, una storica contemporanea e la direttrice della Galleria Nazionale dArte Moderna, intervengono alla presentazione della biografia del prelato dell’Opus Dei, di imminente beatificazione

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La presentazione del libro Álvaro del Portillo. Il primo successore di san Josemaría alla guida dell’Opus Dei, tenutasi ieri presso la Pontificia Università della Santa Croce, si è arricchita di numerose testimonianze di personaggi dei più disparati ambiti della cultura e della Chiesa, seguite a quelle di monsignor Javier Echevarrìa, prelato dell’Opus Dei, e del cardinale Francesco Monterisi, arciprete della Basilica di San Paolo.

Padre Antonio Maria Sicari, durante il suo intervento, si è soffermato a lungo sul rapporto di amicizia, affetto e lealtà che ha legato il fondatore dell’Opus Dei, san Josemaría Escrivá, e il futuro beato Álvaro del Portillo: “Ciò che maggiormente risalta è l’incontro felice tra un Fondatore ricco di carisma e di passione e un primo discepolo, presto riconosciuto come tale. Il nome che deve essere dato a questo ‘incontro felice’ è la parola ‘fedeltà’, ma intesa in senso molto profondo e bidirezionale, che va, cioè, dal Fondatore-Padre al discepolo-Figlio e dal discepolo-Figlio al Fondatore-Padre”.

Tra i vari aneddoti e scene di vita estratti dalla biografia e raccontati dal padre carmelitano, uno in particolare gli ha strappato un sorriso quando un giorno don Álvaro fece una correzione a san Josemaría che gli costò molto accettare. Il fondatore dell’Opus Dei reagì andando a pregare dicendo: ‘Signore, Álvaro ha ragione e io no’. Ma subito dopo aggiunse: ‘No, Signore, questa volta ho ragione io… Álvaro non me ne fa passare neanche una… e questo non mi sembra affetto, è crudeltà’. E poi ancora: ‘Grazie, Signore, per avermi ha messo accanto mio figlio Álvaro che mi vuol tanto bene e non me ne lascia passare neanche una!’. Padre Sicari ha sottolineato come questo tipo di sincerità piena di fede caratterizzava il rapporto tra i due (video: http://youtu.be/j7rXY1VxA50).

La professoressa d storia contemporanea a La Sapienza, Emma Fattorini ha parlato del rapporto tra la fedeltà di don Álvaro e la sua semplicità, soprattutto ricordando che “dalla storia del rapporto con la sua famiglia, con sua madre ma anche dal modo in cui ha vissuto gli studi viene fuori una grande interiorità vissuta allo stesso tempo con leggerezza. Un’interiorità di grande respiro, non doveristica e senza lamenti. Per questo la fedeltà, che è la cifra di lettura di tutta la persona di don Álvaro si coniuga con la libertà, cioè c’è in lui un nesso tra fedeltà e la libertà” (video: http://youtu.be/smRV1Slj4Zw).

Maria Vittoria Marini Clarelli, direttrice della Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma che ha ricordato come “un dato molto evidente della personalità di Álvaro del Portillo fosse la serenità. Quando lui attraversava i corridoi della Congregazione della Dottrina della Fede camminava in un modo che assomigliava al motto latino festina lente (corri piano). Questa serenità la comunicava perché la bellezza della persona di don Álvaro era legata a una straordinaria trasparenza, come se la sua anima fosse visibile” (video: http://youtu.be/0wXO7DE7IDw).

L’edizione di questo volume coincide con l’imminente beatificazione di Álvaro del Portillo, che si terrà a Madrid il prossimo 27 settembre. La presentazione si è tenuta alla Pontificia Università della Santa Croce che lo stesso Mons. del Portillo creò – seguendo un desiderio di san Josemaría Escrivá – nel 1984 e ne fu il primo Gran Cancelliere.

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Altre informazioni su Álvaro del Portillo e sulla sua causa di canonizzazione si possono trovare su www.alvarodelportillo.org.

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ZENIT Staff

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