Giuseppe Rusconi: Il problema fondamentale è, nel mondo occidentale, l’erosione dell’immagine della Chiesa cattolica, non solo a causa di scandali vari, ma anche proprio per la perdita di fede dovuta all’avanzata del relativismo promosso con ingenti mezzi finanziari e una incessante propaganda massmediatica da buona parte della politica, dell’economia e della cultura contemporanee. Se la fede è in calo tra gli adulti, immaginiamoci tra le nuove generazioni, cui non viene in molti casi nemmeno più trasmessa. Quanti tra i bambini e i giovani sanno farsi bene il segno della Croce? O che cosa sia la Pasqua? Per non parlare di Avvento e Quaresima? L’emarginazione del cattolicesimo in molti Paesi occidentali è ormai tale da sfiorare l’irrilevanza sociale: pensiamo a come è ridotto in Paesi in cui lo stesso cattolicesimo si è caratterizzato per il suo ‘progressismo’ postconciliare come l’Olanda e il Belgio. Anche in America latina il cattolicesimo è in stato di sofferenza; un po’ per la ‘concorrenza’ delle sette protestanti, un po’ per il dilagante laicismo che si sta manifestando tra i politici di diversi Stati della regione. In Africa il cattolicesimo, pur ben vivo, deve far fronte all’avanzata di un islam intollerante. In Asia il cattolicesimo è piccola minoranza, perdipiù spesso anch’essa in sofferenza: certo, se in futuro fosse eletto un Papa cinese per intero o per metà, le cose potrebbero cambiare! Anche in Oceania, per finire, il cattolicesimo ha i suoi problemi a causa della secolarizzazione dilagante.
All’interno della Chiesa ci sono poi altri problemi urgenti da affrontare. Tra gli altri: il calo delle vocazioni, specie ma non solo in Occidente (cui non sembra ragionevole porre rimedio con l’abolizione del celibato ecclesiastico); la pastorale della famiglia (alla cui crisi non sembra ragionevole porre rimedio con una relativizzazione dell’istituto familiare); la mancata coerenza di comportamento in alcuni uomini di Chiesa (ineliminabile data la natura umana, ma riducibile con interventi mirati); lo snellimento di alcune strutture burocratiche (il che non significa però creare una Chiesa policentrica – e dunque a forte rischio di scisma – indebolendo Roma come centro della Cristianità).
E all’esterno? Pensi che papa Francesco ce la farà a dialogare con i senza Dio, gli indifferenti, gli agnostici, i critici antichiesa?
Giuseppe Rusconi: I tiepidi, gli scettici, i non credenti sono affascinati dal carisma di Francesco, che non a caso è stato scelto da ‘Time’ come ‘uomo dell’anno’. Francesco mira prima di tutto a entrare in contatto con ogni singolo cuore umano… la dottrina semmai seguirà. Volutamente ha rilasciato, dopo quella amplissima a ‘Civiltà cattolica’, anche un’intervista assai lunga a ‘Repubblica’ (sulle cui modalità particolari si può stare a discutere all’infinito). Però l’ha fatto e ciò testimonia della sua forte volontà di dialogare con tutti, così da costringere tutti a porsi alcune domande fondamentali sull’uomo. Alcuni cattolici anagrafici, che si erano staccati dalla Chiesa, sono ritornati o stanno tornando. Così come alcuni scettici stanno scoprendo la bellezza del cattolicesimo: e qui i meriti di Francesco sono indubitabili. Basti pensare anche alle folle che gremiscono piazza San Pietro a ogni udienza generale. Ci si può chiedere però, al di là della riuscita del ‘contatto’, se l’entusiasmo delle folle sia prodotto dal sorriso, dai gesti, dai grani di saggezza distribuiti oppure se derivi dal profondo, da una sorta di effettiva e almeno parziale conversione di vita in chi acclama. Spesso papa Francesco viene tirato per la giacchetta dagli ambienti relativisti, che approfittano di alcune sue esternazioni per emarginare ulteriormente i cattolici impegnati nella difesa dei valori non negoziabili: tipico è il caso del “Chi sono io per giudicare?”, amputato però della seconda parte del ragionamento papale. In tale esaltazione unilaterale e strumentale di Francesco vengono naturalmente taciute le sue parole sulla difesa della vita e sull’unicità del matrimonio tra uomo e donna, così che chi legge i titoli tende a farsi l’idea di un Papa ‘moderno’ contrapposto ai soliti cattolici reazionari e rompiscatole che non sanno adattarsi ai ‘progressi’ della società civile.
Riuscirà a trovare un rapporto pacifico e collaborativo con l’Islam moderato, a ricucire gli strappi della storia con le altre confessioni cristiane?
Giuseppe Rusconi: Difficile rispondere a questa doppia domanda. Per quanto riguarda l’Islam moderato, si può solo sperare, ma senza farsi troppe illusioni. L’Islam non moderato ha più mezzi, si fa sentire di più (purtroppo anche molto concretamente) e si avvale di un tacito consenso tra parecchi musulmani silenti che rimproverano all’Occidente (in cui continuano per abitudine consolidata a comprendere la Chiesa cattolica) una degenerazione intollerabile nel campo dei ‘valori’.
Anche con le altre confessioni cristiane non è facile ipotizzare la fine delle divisioni: né con i protestanti né con gli ortodossi. Cui certo piace il fatto che papa Francesco voglia essere definito prima di tutto come ‘vescovo di Roma’; e tuttavia anche con loro restano teologicamente delle divergenze non da poco. Vedo molto di più la possibilità di una collaborazione concreta sul piano della difesa dei valori di vita e famiglia.
(La prima parte è stata pubblicata ieri, venerdì 27 dicembre. La terza e ultima parte segue domani, domenica 29 dicembre)