Lettura

I temi pasquali che vengono sottolineati nell’ottava di Natale illustrano il significato della solennità che stiamo celebrando. L’ottava che segue una solennità è la celebrazione prolungata dell’unico giorno di festa, come una lunga pausa contemplativa che la Chiesa ci riserva per comprendere meglio e interiorizzare il mistero. Nell’introduzione della sua prima lettera, Giovanni sottolinea l’importanza della testimonianza diretta di Cristo: «Ciò che abbiamo udito…, veduto…, toccato». Sono termini concreti che ci fanno comprendere che la fede si fonda sull’esperienza autentica di Dio. 

Meditazione

La corsa di Pietro e Giovanni al sepolcro di Gesù è una delle immagini più belle contenute nei racconti della risurrezione. La “gara” di corsa tra i due apostoli, fatta di amore ed entusiasmo, di desiderio di comprendere e di verificare, nasconde anche il desiderio di riscatto dall’incredulità e dall’infedeltà vissute nel momento della croce, la voglia di riparare così la viltà della fuga e della lontananza manifestata con l’abbandono di Cristo nel momento del dolore e della croce. La corsa dei discepoli diviene, inoltre, una bella immagine della vita della Chiesa: Pietro e Giovanni rappresentano tutti noi in cammino per le vie della storia, la corsa della Chiesa verso il Risorto in cui Pietro, la roccia, segno dell’unità e della fede, si accompagna a Giovanni, il discepolo della contemplazione e dell’amore che corre più velocemente, ma che sa attendere e obbedire a colui cui spetta il ministero gravoso di confermare i fratelli. La festa dell’apostolo Giovanni ci dà l’occasione di verificare la nostra fede e il nostro amore a Cristo: La corsa verso il sepolcro è simile alla nostra vita fatta di difficoltà e prove, una corsa a volte affannosa altre volte dolorosa ma, se vissuta nella fede, piena di slancio e amore. La meta della corsa è proprio il Mistero pasquale, i segni della risurrezione che esigono da noi un atto di fede. Il «vide e credette» di Giovanni deve divenire il nostro: anche noi dobbiamo imparare a fare dell’esperienza di Cristo Risorto, la meta della nostra vita. Anche noi dobbiamo divenire testimoni credibili di Cristo, poter dire con Giovanni: «Ciò che abbiamo visto, udito e toccato del Verbo della vita lo annunciamo». Trasformiamo la nostra vita operando un salto qualitativo, convertendoci autenticamente alla testimonianza. 

Preghiera

O Signore, incarnato, morto e risorto per noi, per l’intercessione di san Giovanni Evangelista, testimone privilegiato del tuo amore, fa’ di me uno strumento del tuo Vangelo, aumenta la mia fede, ravviva la mia carità, rendimi autentico discepolo del Vangelo in mezzo al mondo.

Agire

Mi impegnerò a vivere con fede le difficoltà che incontro, senza arrendermi, senza paura, cercando di vivere da vero discepolo con coerenza tra le contraddizioni del mondo.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Marco Frisina, presidente della Commissione Diocesana di Roma per l’Arte Sacra e i Beni Culturalitratta dal mensile “Messa Meditazione”per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it