Per usare un'espressione di papa Francesco, la Terra Santa è una "periferia" molto particolare: i cristiani residenti sono pochi e in diminuzione, eppure è la terra dove Cristo e il cristianesimo sono nati e, assieme a Roma, è la più affollata meta di pellegrini nel mondo.

Una struttura d’eccellenza che accoglie ed indirizza i pellegrini di tutto il mondo nella Città Santa è il Notre Dame Center, istituto pontificio da una decina d’anni affidato ai Legionari di Cristo, e attualmente diretto da padre Juan Solana LC.

Intervistato da ZENIT, padre Solana ha raccontato la propria esperienza a Gerusalemme, in particolar modo durante le festività natalizie, che, com’è facile immaginare, quando trascorse in Terra Santa, assumono un significato davvero speciale.

Padre Solana, stando alla sua personale esperienza, com'è la situazione dei cristiani in Terra Santa e a Gerusalemme in particolare?

Padre Juan Solana: Vivo questa esperienza della Terra Santa da 9 anni. Certamente la situazione dei cristiani è difficile, a volte penosa. Se prendiamo gli Atti degli Apostoli, vediamo come il cristianesimo nacque in questa terra in mezzo alle difficoltà e alla persecuzione, e così è stato più o meno in tutta la storia della Chiesa. Il miglior aiuto che possiamo dare loro è recarci in pellegrinaggio: questo trasmette speranza, solidarietà e, perché no, anche benessere economico, poiché molti vivono di turismo religioso.

Come viene festeggiato il Natale in Terra Santa? Prevale la paura o la speranza?

Padre Juan Solana: Dipende da anno ad anno. Ricordo che circa 4 anni fa, c’era la guerra nella Striscia di Gaza, e ovviamente trascorremmo un Natale triste e colmo di preoccupazione. Quest’anno il clima sembra essere all’insegna della serenità. È una celebrazione, profonda, piena  di gioia. Speriamo che tutti i cristiani possano visitare Betlemme (poiché questo si fa da anni ed anni…), facendo affidamento alla magnanimità delle autorità israeliane all’attraversamento dei check-point.

Anche l’ambiente generale dei cristiani in Medio Oriente qui conta molto. Ricordo che un paio di anni fa, ci svegliammo con la notizia di una chiesa copta bombardata in Egitto. Non dobbiamo dimenticarci che qui, al di là della geografia politica, le distanze sono brevi. C’è molta solidarietà tra tutti i cristiani del Medio Oriente, spesso con legami di parentela tra diverse comunità.

L’aspetto positivo è che non c’è situazione umana che possa separarci dalla gioia dell’Emmanuel, del Dio-con-noi! Questa è la più grande sorgente di gioia e di serenità. Come dice il Papa, questa è la “tenerezza di Dio” nei confronti degli uomini.

Ci sono molti pellegrini anche in questo momento dell'anno? Cosa offre loro il Notre Dame Center?

Padre Juan Solana: Speriamo quest’anno, in Terra Santa, ci siano tutti gli hotel pieni. Quantomeno queste sono le previsioni nel mondo del turismo e dei pellegrinaggi. Il Centro Notre Dame di Gerusalemme offre a tutti i pellegrini, l’ambiente adatto per vivere un vero pellegrinaggio. Mi rattrista quando vedo gente venire a Natale in Terra Santa ma con un programma “turistico”… No, il motivo importante di questi giorni è religioso, è il pellegrinaggio, l’inginocchiarsi davanti al presepe di Betlemme. Per tutto il resto ci saranno altri luoghi e altri momenti. Quello che intendiamo fare a Notre Dame è aiutare i pellegrini a realizzare il loro sogno con profondità. A mezzanotte celebriamo una messa, normalmente molto partecipata; poi riuniamo tutti per un saluto e una partecipazione fraterna. È bello che vi partecipino anche molti ebrei, attratti dalle nostre tradizioni natalizie: ci rallegriamo e festeggiamo anche con loro.

Gli ebrei e i musulmani di Gerusalemme sono consapevoli dell'importanza del Natale per i cristiani? Cosa suscita in loro questa festa? Curiosità, rispetto, diffidenza, indifferenza?

Padre Juan Solana: Credo siano consapevoli di questo ma lo vivono come qualcosa di lontano da loro, un po’ come lo sono per noi le loro feste. C’è rispetto, forse un po’ di curiosità. Come ho appena detto, tra gli ebrei c’è molta attrazione e alcuni di loro partecipano alle nostre messe natalizie.

A Gerusalemme ci sono sia cattolici che ortodossi: le festività natalizie aiutano le differenti chiese a riavvicinarsi e a vivere l'ecumenismo?

Padre Juan Solana: Come è noto, il Natale ha date diverse, a seconda delle comunità cristiane. Per i cattolici è il 25 dicembre; per gli ortodossi è il 6 gennaio; per gli armeni, il 19 gennaio. È un peccato che non vi sia unità in questo. Dall’altro lato è come se fosse un Natale più lungo… È facile pensare che vi siano famiglie con membri in tutte e tre le comunità e che pertanto celebrano il Natale tre volte. Ci sono stati sforzi e iniziative per unificare il Natale e la Pasqua ma non sempre ci si è riusciti.

C'è un episodio particolarmente significativo o commovente che vuole raccontarci riguardo al Natale in Terra Santa?

Padre Juan Solana: Il Papa parla molto della “tenerezza di Dio”. Credo che questa festa esprima in maniera particolare questa tenerezza. Vedendo la gente che si inginocchia davanti alla cometa di Betlemme, si può quasi toccare quanto Dio si sia avvicinato al cuore dell’uomo. Bisogna vederlo e viverlo per comprenderlo.

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Chiunque sia interessato ad un pellegrinaggio in Terra Santa (e verso tutte le principali mete di turismo religioso), può contattare New Gates Tour Italia, tour operator della congregazione dei Legionari di Cristo e del Regnum Christi. Il suo fiore all’occhiello è la Terra Santa. New Gates Tour dispone anche di un servizio di in coming per accogliere turisti e pellegrini per visitare Roma.

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