Vetrificazione e crioconservazione di ovuli… quando la fantascienza supera la fantasia!

Congelare la vita e la propria fertilità mette in pericolo la capacità di dono di cui ogni donna è portatrice

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Quando digiti la parola “vetrificazione” su un motore di ricerca, il suggeritore consiglia parole come: unghie, parquet, cisterne, amianto, terrazzi, ma stando a una pubblicità, che occhieggia talvolta nella home di FB, basta aggiungere la parola “ovuli” per vedere apparire uno slogan assai accattivante: “Deciderò io quando è il momento di diventare madre!”. Letteralmente: preleviamo i tuoi ovuli in giovane età, li congeliamo e li crioconserviamo fino a quando non sarai pronta a diventare madre, a quel punto te li restituiamo perchè possano essere usati per il concepimento di un bambino.

Sempre più spesso quando oggi una donna si decide per la maternità lo fa dopo i trent’anni, se non vicino o oltre i quaranta, incorrendo in problemi di fertilità più o meno seri, la cui unica soluzione proposta è quella della fecondazione artificiale. La tecnica del congelamento e crioconservazione degli ovuli si propone di venire in aiuto di queste donne, proponendo loro di mettere al sicuro la propria fertilità dal trascorrere del tempo. Quando la fantascienza supera la fantasia, è proprio il caso di dirlo! La sospensione criogenetica, infatti, si usa per gli astronauti nello spazio, che affrontano viaggi lunghi anni luce fino agli estremi confini della Galassia.

Qui, però, siamo agli estremi confini dell’animo umano, in quelle gelide zone di estrema periferia esistenziale in cui l’uomo intende porre ogni cosa di sè sotto il dominio della scienza. Far sì che una donna affidi alla scienza e alla tecnologia una parte di sè importantissima, ovvero la sua capacità di donare la vita, significa farla richiudere in un’ottica di calcolo dominata dall’egoismo. 

Congelare la vita, crioconservare la propria fertilità mette in serio pericolo la capacità di dono di cui ogni donna è portatrice. Snatura in qualche modo quella vocazione alla maternità e all’accoglienza della vita propria di ogni donna. Il dono della vita non si può sospendere nel tempo, nè crioconservare, poichè la donna, come l’uomo, non è creatrice ma procreatrice e collabora al dono della vita insieme a Dio. Egli affida alla donna e all’uomo l’accoglienza e la cura della vita nascente, non la sua sospensione nel tempo.

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Annarita Petrino

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