"Non cedete alle molteplici forme di una felicità, regalata a buon mercato"

Nella sua lettera ai ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado, mons. Bertolone traccia con autorevolezza un quadro chiaro della realtà che gli studenti affronteranno

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Dopo il suo significativo messaggio augurale a docenti e dirigenti, mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro–Squillace non può non rivolgersi, abbracciandoli nel Signore, a studenti e a bambini interessati alla nuova ripresa scolastica. Scrivendo ai ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado manifesta subito la sua paterna vicinanza, tracciando con autorevolezza un quadro chiaro della realtà che gli studenti avranno di fronte. Lo fa con amore, ma con piglio responsabile e severo, senza fare sconti a nessuno, mentre ormai la campanella, con oggi, mette in soffitta il suo primo squillo per l’avvio del nuovo anno scolastico.

“Cari amici, care amiche, anche quest’anno vorrei essere accanto a voi in punta di piedi, con affettuosa discrezione, nel momento in cui, con la riapertura delle scuole, comincia per voi un nuovo tratto di vita. Ogni anno scolastico, in effetti, rappresenta una sfida, una pagina bianca tutta da scrivere. Vorrei dirvi: non abbiate timore, siate più forti delle difficoltà, anche di quelle che vi vengono poste dal mondo degli adulti. È dura, ormai, persino diventare grandi: i diplomi scolastici hanno perso il loro valore di superamento radicale di una soglia simbolica; i riti religiosi vengono spesso abbandonati o vissuti nell’indifferenza; il servizio militare obbligatorio è sparito; le relazioni d’amore si succedono l’una all’altra ed il lavoro, quando lo si trova, è provvisorio e mal retribuito.

E in un percorso lastricato di storie che feriscono il presente minacciando il domani, la famiglia rimane annichilita dal disconoscimento, emarginata da dinamiche educative che invece vanno ripensate e concretizzate al più presto per non risultare tragicamente complici di un atteggiamento improntato all’avere e al possedere anche quando si parla del sentimento dell’amore, che per definizione non dovrebbe avere contiguità con i concetti di possesso e proprietà. Non è facile intuire quale strada imboccare per individuare una soluzione definitiva: se, come è ormai appurato, quanto accade ha anche matrici culturali, inefficaci possono essere considerati i rimedi sin qui immaginati sulla base dell’orientamento dominante, che fa della ragione, considerandola in modo assolutizzante, la panacea di ogni male, perché ispira il progresso tecnico, ma non amplia l’orizzonte di senso totale, cioè includente la spiritualità”.

Segue un tratto delicato e prezioso della sua nuova lettera aperta. L’Arcivescovo Metropolita, postulatore della causa di beatificazione di don Pino Puglisi, morto per difendere, con il vangelo, le nuove generazioni dall’abbraccio infernale della mafia, elenca di seguito ciò che oggi manca e come i giovani studenti debbano reagire. “Servono, è innegabile, politiche nuove per la famiglia, la scuola, il lavoro. Ma è soprattutto a voi che il mondo guarda con fiducia. Anche il nostro amato Papa Francesco non manca di ricordare quanto preziosa sia la gioventù ed il suo genio, invitandovi sempre ad essere voi stessi, a non rinunciare alla vostra vitalità, soprattutto «a non lasciarvi rubare la speranza». Vorrei dirvelo anch’io, mentre varcate di nuovo la soglia delle nostre scuole; vorrei chiedervelo con la stessa intensità e premura del Papa. Con la stessa fiducia e con identico rispetto della vostra libertà. Non lasciatevi fuorviare dalla prepotenza di chi si crede forte, non fatevi ingannare dalle adulazioni di chi prospetta facili scorciatoie, non accettate alcuna forma di illegalità che passa anche attraverso il gioco delle raccomandazioni per un voto in più. Non cedete alle molteplici forme di una felicità, regalata a buon mercato, e perciò falsa”.

L’appello finale di S.E. racchiude la sua grande e autentica fiducia nei giovani, invitati ad amare la Chiesa di Gesù e per i quali si augura abbondanza di esempi e testimonianze di vangelo nella vita quotidiana. “Fatelo per voi stessi, ma anche per noi adulti, per noi preti ed educatori, che talvolta cediamo alla rassegnazione o al conformismo, dimenticando momentaneamente le nostre responsabilità per gratificazioni effimere o mentendo a noi stessi. E fatelo insieme con la persona di Gesù, accogliendolo e conoscendolo nell’esperienza religiosa che la Chiesa attraverso i suoi ministri vi offre, che prende molto sul serio le vostre speranze, grandi e piccole. «I giovani non hanno bisogno di prediche, i giovani hanno bisogno, da parte degli anziani, di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo», diceva l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini: per questo, convinto che avesse – ed abbia – ragione, mi piace credere che le mie parole possano essere, semplicemente, lo spunto per continuare il nostro dialogo e una luce per il cammino scolastico dei prossimi mesi, insieme a quanto i vostri genitori, i vostri educatori vi proporranno per nutrire l’intelligenza e la fede di cui il futuro delle nostre città ha forte, assoluto bisogno”. Anche ai bimbi Mons. Bertolone dedica, a parte, con tenerezza una filastrocca famosa di Gianni Rodari, “Il primo giorno di scuola”, che termina, tra l’altro, con un invito speciale ad ogni piccolo scolaro: “Scrivi parole dritte e chiare: Amore, lottare, lavorare”.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione