Il Papa invita a imitare Maria nel "rallegrarsi, alzarsi, perseverare"

In un messaggio ai Vescovi di Cuba, Papa Francesco sostiene che la Vergine della Carità del Cobre ci insegna a provare gioia e condividerla con quanti ci circondano. E nelle sue mani affida la Chiesa cubana

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La presenza dell’immagine della Vergine della Carità del Cobre nei Giardini Vaticani, dove è stata collocata pochi giorni fa, “costituisce il ricordo evocatore dell’affetto e della vitalità della Chiesa pellegrina in quelle luminose terre dei Caraibi che da più di quattro secoli si rivolge alla Madre di Dio con questo bel titolo”. In occasione della festa della Vergine della Carità del Cobre, che si celebra l’8 settembre, papa Francesco ha scritto un messaggio alla Chiesa cubana. Il testo è stato inviato a mons. Dionisio Guillermo García Ibáñez, arcivescovo di Santiago de Cuba e presidente della Conferenza episcopale cubana.

Rallegrarsi, alzarsi, perseverare. È intorno a questi tre concetti che il Pontefice descrive la figura di Maria. Rallegrarsi – osserva – “è stata la prima parola che l’arcangelo Gabriele ha rivolto alla Vergine: ‘Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te’ (Lc 1,28). La vita di colui che ha scoperto Gesù si riempie di una gioia interiore tanto grande, che niente e nessuno può rubare. Cristo dà ai suoi la forza necessaria per non rattristarsi né abbattersi, pensando che i problemi non abbiano soluzione”. Pertanto il cristiano “non dubita che ciò che si fa con amore crea una serena gioia, sorella di quella speranza che rompe la barriera della paura ed apre le porte ad un futuro promettente”. Il Papa incoraggia i cubani, specialmente i giovani, a vivere “per amare veramente” senza rimanere intrappolati “nella spirale nociva dell’occhio per occhio–dente per dente”.

Alzarsi è il verbo che Maria ha manifestato concretamente quando – ricorda il Papa – “si è alzata e con prontezza è andata ad aiutare sua cugina Elisabetta, che nella sua anzianità stava per diventare madre (Lc 1, 39-45)”. Il Pontefice spiega che “Ella ha compiuto la volontà di Dio mettendosi a disposizione di chi aveva bisogno. Non ha pensato a se stessa, è passata sopra alla difficoltà e si è donata agli altri”.</p>

Il Papa assicura che “la vittoria è di coloro che si rialzano di volta in volta, senza scoraggiarsi”. Quindi “se imitiamo Maria, non possiamo rimanere con le braccia inerti, lamentandoci soltanto, o forse scansando un peso perché altri facciano quello che è nostra responsabilità. Non si tratta di grandi cose, ma di fare tutto con tenerezza e misericordia”. Nonostante abbia conosciuto “solitudine, povertà e esilio”, Maria ha imparato a “creare fratellanza e a fare di qualunque posto, in cui nasce il bene, la propria casa”. Supplichiamola – è la sua preghiera – “affinché ci dia l’anima del povero che non ha superbia, un cuore puro che veda Dio nel volto dei più svantaggiati, una pazienza forte che non indietreggi davanti alle difficoltà della vita”.

La preghiera incessante di Maria introduce il terzo verbo: perseverare. Ella “non ha confidato nelle proprie forze, ma in Dio, il cui amore non ha fine. Per questo, è rimasta insieme a suo Figlio, che era stato abbandonato da tutti; ha pregato senza cedere, insieme agli Apostoli e gli altri discepoli, perché non si perdessero d’animo (At 1,14)”. Il Papa ricorda che “anche noi siamo chiamati a rimanere nell’amore di Dio e a rimanere nell’amore verso gli altri. In questo mondo, in cui si scartano i valori eterni e tutto è mutabile, in cui trionfa l’usa-e-getta, in cui sembra che si abbia paura degli impegni per tutta la vita, la Vergine ci incoraggia ad essere uomini e donne costanti nel fare del bene, che mantengano la parola e siano sempre fedeli. E questo perché confidiamo in Dio e poniamo in Lui il centro della nostra vita e quella dei nostri cari”.

L’insegnamento che ci rivolge Maria – conclude il Papa – è di condividere la gioia cristiana con coloro che ci circondano e aiutare “infaticabilmente quanti sono oppressi da sofferenze e afflizioni”. È “nelle sue materne mani” che infine il Pontefice pone “i Pastori, le comunità religiose ed i fedeli di Cuba, affinché ella incoraggi il loro impegno evangelizzatore e la loro volontà di fare dell’amore il fondamento della società. Così non mancherà la gioia di vivere, il coraggio nel servire e la perseveranza nelle opere buone”.

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ZENIT Staff

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