La famiglia è "il terreno di scontro fra il potere di questo mondo e la voce di Dio"

L’omelia del cardinale Caffarra in occasione della festa liturgica odierna

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Riportiamo di seguito l’omelia del cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, durante la Santa Messa da lui presieduta stamattina presso la parrocchia della Sacra Famiglia a Bologna, in occasione della festa della Sacra Famiglia.

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Cari fratelli e sorelle, la pagina evangelica ci fa capire in quale condizione versa oggi la famiglia, e come dobbiamo giudicare e vivere questa condizione. E’ assai importante che ascoltiamo con docilità la parola evangelica.

1. La famiglia di cui parla il Vangelo è la S. Famiglia di Giuseppe, Maria, e Gesù ancora bambino.

Su questa umile famiglia, povera e debole, si scontrano il potere del male che cerca di uccidere il bambino e la protezione divina. Cerchiamo di meditare un poco su questo fatto.

Da una pare, dunque, abbiamo Erode, il potere di questo mondo, che «sta cercando il bambino per ucciderlo». Perché proprio il bambino? Perché Erode pensava che fosse un concorrente alla sua regalità.

Dall’altra parte, quale difesa ha Giuseppe per salvare la sua famiglia? Una sola: Dio e la sua protezione. Giuseppe si lascia semplicemente guidare dalla voce di Dio, dalla sua parola che gli viene comunicata attraverso l’angelo.

Cari fratelli e sorelle, vi dicevo all’inizio che questa pagina evangelica ci fa capire quale è la condizione della famiglia anche oggi.

Essa si trova ad essere il terreno di scontro fra il potere di questo mondo e la voce di Dio.

E dove avviene questo scontro? In primo luogo nel cuore, nella coscienza di ogni uomo e di ogni donna. È in essa che la voce di Dio risuona; è nel cuore che il divino progetto di Dio sul matrimonio e la famiglia è scritto. Ma dall’altra parte potenti lobbies in possesso non raramente dei mezzi della produzione del consenso, cercano di distogliere gli uomini e le donne dall’ascoltare la voce di Dio che parla nella loro coscienza; dal leggere quella legge divina che è scritta nel cuore umano.

Cari fratelli e sorelle, il Papa Francesco nella sua recente Esortazione Apostolica, vera carta programmatica del suo pontificato, narra in modo semplice e profondo lo scontro di cui stiamo parlando. Egli dice: «La famiglia attraversa una crisi culturale profonda, come tutte le comunità e i legami sociali. Nel caso della famiglia, la fragilità dei legami diventa particolarmente grave perché si tratta della cellula fondamentale della società… Il matrimonio tende ad essere visto come una mera forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno» [Es. Ap. Evangelii Gaudium 66].

Ma lo scontro non avviene solo nell’intimo dei cuori e delle coscienze. Avviene sul piano anche pubblico, nei luoghi della deliberazione e della decisione legislativa e giurisprudenziale; come ideologia, come programma di azione e formazione del comportamento; come delegittimazione pubblica di ogni forma di dissenso da quella ideologia.

2. Cari fratelli e sorelle, carissimi sposi e genitori, in che modo Giuseppe ha difeso la sua famiglia? Ponendosi semplicemente in obbedienza al progetto di Dio. Non aveva altro strumento.

Ed oggi cari amici? «La Chiesa, seguendo Cristo, cerca la verità, che non sempre coincide con l’opinione della maggioranza. Ascolta la coscienza e non il potere ed in questo difende i poveri e i disprezzati» [b. Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio 5].

Questa, cari fratelli e sorelle, è la vostra forza: la docilità alla voce di Dio che risuona nella vostra coscienza. In che modo risuona? Donandovi la luce di alcune evidenze originarie. Mi piace semplicemente enunciarle.

La prima: il matrimonio avviene fra un uomo con una donna.

La seconda: il bambino ha diritto ad un uomo ed ad una donna che siano suo padre e sua madre; e quindi non possono essere sostituiti da due adulti dello stesso sesso che non sono, ma “fanno” da padre e da madre.

Preghiamo, specialmente oggi, perché il Signore ci custodisca sempre nella rettitudine delle nostre coscienze; perché non si attenui mai in noi la sana sensibilità di fronte al bene o al male. E Dio ci guardi dall’aver paura dai decreti o leggi emanate a seconda del trend della moda.

Quando l’uomo e la donna «…divengono un “corpo solo” – o mirabile unione – nell’orizzonte  di questo connubio si schiude la paternità e la maternità. Ed è allora che attingono alle fonti della vita, che si trovano in loro – Risalgono al principio. … sanno che hanno varcato la soglia della più grande responsabilità» [b. Giovanni Paolo II, Trittico romano, 27].

Non perdiamo mai la capacità di stupirci di fronte a questo evento, e di venerarlo come un “grande mistero” [Ef 5, 32].

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ZENIT Staff

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