"Maria è il grande dono che Gesù fa all'umanità"

Omelia di monsignor Moraglia per la festa della Madonna dell’Isola

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Riprendiamo di seguito l’omelia pronunciata questo pomeriggio dal patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, in occasione del Pellegrinaggio alla Madonna dell’Isola “Stella della Nuova Evangelizzazione”, nella Laguna di Baseleghe (Diocesi Concordia-Pordenone).

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Carissimi fedeli,

ritrovarsi e pregare in questo luogo – dopo l’estate – ci stimola ad entrare nei nostri impegni quotidiani con lo spirito della prima discepola; siamo, quindi, invitati, a pronunciare, come Maria, il nostro “sì”.

Ringrazio il vescovo Giuseppe per l’invito e saluto il vescovo emerito Ovidio.

Maria è la donna forte e laboriosa, sempre presente là dove Dio la chiama; per noi è motivo di gioia invocarLa sotto il titolo di Maria, stella della nuova evangelizzazione.

La storia ci porta a eventi ormai lontani a cui dobbiamo l’origine della devozione alla Madonnina dei pescatori.

La devozione mariana risale alla Prima Guerra Mondiale, quattro anni che insanguinarono queste terre. Siamo ancora grati al nostro carissimo papa Francesco che ieri ha voluto celebrare l’Eucaristia al cimitero-sacrario di Redipuglia.

Nel 1917 un pescatore di Caorle, dopo una scampata sciagura, pose su un rudimentale asse di legno un’immagine della Madonna come ringraziamento. L’immagine e il luogo, subito, furono meta di devozione e anche di pellegrinaggio da parte della gente dei dintorni e di Caorle.

Poi – negli anni 1940-45 – a poca distanza dalla Prima Guerra Mondiale, ritornò il tempo della lotta fratricida sempre a causa dell’egoismo umano. Il Papa ieri, nella sua bella omelia, ci ha ricordato il peso della domanda di Caino: a me che importa del mio fratello? E, in tale tempo di morte, di sofferenze, di lacrime, si ridestò forte il senso di Dio e, quindi, della preghiera.

Così, proprio in occasione del secondo conflitto mondiale, sotto la minaccia delle frequenti incursioni aeree alleate, si rinnovò – anche grazie ad alcuni soldati tedeschi – il voto emesso nel 1917 e si provvide, pure, a sostituire il rudimentale asse recante l’immagine della Vergine con una colonna di marmo.

Questi fatti – che stanno all’origine della devozione mariana di Baseleghe – esprimono la fede della Chiesa. Maria è il grande dono che Gesù fa all’umanità perché a Lei guardi, soprattutto, nel tempo del bisogno.  

Maria di Nazareth esprime la dimensione “mariana” della Chiesa, ossia il mistero che precede la realtà “petrina”; Maria è il nucleo iniziale, intimo, portante della Chiesa; tanto che papa Francesco al termine dell’esortazione Evangelii gaudium si rivolge a Maria e Le chiede: “Vergine (…) intercedi per la Chiesa di cui sei l’icona purissima”.

Gli apostoli, fedeli al mandato ricevuto, hanno dato Gesù alla Chiesa. Ma tutto questo l’hanno fatto dopo Maria; infatti, è  nel “sì” di Maria che si dà l’inizio – il nucleo immacolato, senza peccato – della Chiesa nascente.

Il titolo di Maria Stella della nuova evangelizzazione non è qualcosa di retorico. Maria è Colei che ci aiuta a dare un senso nuovo alla vita iniziando dalle cose semplici, dalle cose umili, dalle cose di tutti i giorni, perché Maria è l’inizio, l’aurora della redenzione, e Gesù ne è il meriggio.

Oggi, in questa bella isola, secondo la tradizione, s’incontrano molti pellegrini che dicono la loro gratitudine alla Madre del Signore venerata sotto il titolo di Madonnina dei pescatori.

E’ bello che in questo lembo di terra, Maria – la madre del Signore – sia congiunta al suo popolo che guarda a Lei, la percepisce vicina e la vuole al suo fianco, sapendo d’esser protetto dal suo sguardo materno.

Il titolo popolare di Madonnina dei pescatori dice come la Vergine appartenga all’anima di questa gente, di questo territorio e della sua storia; il mare, qui, è la storia e la tradizione.

Pensiamo a quanti pescatori, nel momento del pericolo, si sono rivolti a Lei come all’ultimo appiglio e così, dietro al titolo Madonnina dei pescatori, c’è la fede popolare di uomini e donne che considerano la Madonna come la stessa presenza e tenerezza di Dio nella loro vita.

La vita non è qualcosa di scontato, di banale, non è paragonabile alla facile traversata di un calmo laghetto, poco profondo, senza correnti ed insidie. No, la vita è paragonabile alla traversata dell’oceano, ove insidie e pericoli sono ovunque in agguato e non si è mai certi d’arrivare, fino a quando si attracca. Allora, si comprende quanto, di fronte alle insidie della vita, sia necessaria la protezione materna di Maria che mai lascia soli i suoi figli.

La fiducia nella protezione materna di Maria rasserena e sostiene nelle prove; tutti, infatti, sappiamo quanto è importante non sentirsi soli. Quando si ha forte il senso d’appartenenza – e si percepisce la Vergine come madre – allora tutto diventa possibile e si affronta con spirito nuovo.

Lo Spirito del Signore rinnova tutte le cose! Ma lo fa a partire dalla croce, dove la presenza di Maria non è casuale ma voluta, reale, “teologica” in quanto Ella è – come la invochiamo nelle litanie – Madre della divina grazia. Ed è Lei che la ottiene per ciascuno dei suoi Figli.

Oggi è, proprio, la festa dell’Esaltazione della Santa Croce; domani ricorrerà la memoria liturgica dell’Addolorata.

E, come abbiamo appena ricordato, è proprio il forte sentimento mariano che ha portati gli abitanti di questo territorio, durante gli eventi tragici della Prima e Seconda Guerra mondiale, a ricorrere alla Madre del Signore come al sicuro rifugio; così, quanto più l’angoscia aumentava, i nostri anziani si strinsero alla Vergine Santissima confidando nella sua materna protezione.

Oggi le popolazioni di Baseleghe, di Bibione e di Caorle vivono il loro annuale pellegrinaggio e così dicono la loro gratitudine a Maria e ancora Le chiedono di vegliare su ciascuno di loro, sulle loro comunità.

Raccomandiamo – in modo particolare – i nostri bambini, i giovani, gli anziani, i malati e le famiglie. Il pellegrinaggio è chiara testimonianza del forte attaccamento dei credenti di queste terre alla loro Madonna.

Quando Maria è presente, il suo aiuto è donato. E’ così a Nazareth, a Betlemme, al Calvario, al Cenacolo; solo guardando a Lei possiamo rinnovare il nostro “sì” battesimale.

E’ dalle sue parole, è dal suo “sì”, pronto e senza reticenze, che a noi Maria appare nella sua docilità, nella sua libertà e responsabilità;

Ecco la preghiera con cui Papa Francesco conclude l’esortazione apostolica Evangelii gaudium e in cui si rivolge proprio a Maria stella della nuova evangelizzazione con queste parole:

Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione,

madre dell’amore, sposa delle nozze eterne,

intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima,

perché mai si rinchiuda e mai si fermi

nella sua passione per instaurare il Regno.

Stella della nuova evangelizzazione,

aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione,

del servizio, della fede ardente e generosa,

della giustizia e dell’amore verso i poveri,

perché la gioia del Vangelo

giunga sino ai confini della terra

e nessuna periferia sia priva della sua luce.

Madre del Vangelo vivente,

sorgente di gioia per i piccoli,

prega per noi. Amen, alleluia”

Così, dopo la preghiera di Benedetto XVI dinanzi all’effige della Madonnina dei pescatori, lo scorso 2 settembre, e dopo la benedizione impartita da papa Francesco, lo scorso 3 settembre, sentiamo che la nostra Madonna – invocata anche sotto il bel titolo di Maria stella della nuova evangelizzazione -è a noi più vicina e ci appartiene ancor più.

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ZENIT Staff

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