I vescovi della Repubblica Ceca: "L'utilitarismo rovina le famiglie"

In un documento recentemente pubblicato, i presuli propongono che il Sinodo affronti il tema della povertà delle famiglie

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“Uno dei principali temi che riguardano la famiglia è la povertà”. Si apre così il documento che la Conferenza Episcopale della Repubblica Ceca ha preparato in vista del prossimo Sinodo straordinario sulla famiglia di ottobre, dal titolo “Famiglia e povertà in Repubblica Ceca”.

Tra i paesi dell’Unione Europea, la Repubblica Ceca è infatti quello che registra il più alto numero di persone in povertà assoluta. Nel 2012 la povertà ha toccato circa 990.000 persone. Nel complesso il 14% dei bambini e il 6% degli anziani è vittima di questa piaga sociale che affligge il 6,6% della popolazione totale.

“Questa parte della popolazione sopravvive grazie alla generosità dell’assistenza sociale”, ha dichiarato il vescovo di Brno, Vojtĕch Cikrle, presidente della Commissione per la famiglia della Conferenza Episcopale ceca.

Nel documento, i presuli spiegano che “il rischio di povertà è più elevato per i tanti che non hanno un buon lavoro e che fanno lavori a bassa retribuzione”. In particolare le vittime sono coloro che non lavorano perché “occupati a tempo pieno per assistere parenti malati, disabili o anziani”, e quelli che “si dedicano a tempo pieno alla crescita e all’istruzione di due o più figli nelle loro famiglie”.

Secondo i vescovi, “sfugge alle istituzioni il nesso tra la necessità di una buona educazione delle giovani generazioni e la prosperità futura della società”. La società stessa dovrebbe invece considerare l’istruzione nella famiglia e la cura dei familiari a carico, “come valori fondamentali per il proprio sviluppo futuro”.  

“La cura e l’assistenza delle famiglie è socialmente necessaria”, afferma infatti la Conferenza Episcopale, e “il tempo passato in famiglia è fondamentale per stabilire e consolidare buoni  rapporti reciproci e la trasmissione dei valori”.

“Non dedicare tempo alle cure dei parenti significa aggravare e far crescere le patologie”, si legge ancora nel documento. “Se misuriamo la qualità e l’impegno di una persona soltanto in base alla sua produzione economica immediata si finisce per discriminare i cittadini che non sono in grado di raggiungere risultati di questo tipo a causa della loro età avanzata o di una malattia”, ha spiegato mons. Cikrle 

Inoltre, concludono i presuli cechi, “a causa dell’avanzamento dell’età e delle malattie,  la famiglia potrebbe influenzare negativamente il comportamento e la vita dei giovani”. 

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Mariusz Frukacz

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