Adozioni Internazionali. Ai.Bi. accreditata in Burundi

Firmato il 3 dicembre, a Bujumbura, l’accordo che permette all’associazione di operare nel paese africano. Già possibile presentare richieste di adozione di bambini burundesi

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Si è conclusa con successo la missione di Amici dei Bambini in Burundi: con l’incontro avvenuto il 3 dicembre a Bujumbura fra il Presidente Marco Griffini e il Ministro degli Affari Esteri locale, Laurent Kavakure, Ai.Bi. è entrata ufficialmente a far parte degli Enti Accreditati nel paese africano. La firma, che ha formalizzato l’accordo fra il Ministero degli Affari Esteri italiano e l’autorità burundese, fa seguito all’autorizzazione concessa ad Ai.Bi. dalla Commissione per le Adozioni Internazionali, lo scorso 7 gennaio. Per Ai.Bi. si apre ora la possibilità di operare a pieno titolo in Burundi, effettuando adozioni internazionali e interventi di cooperazione a favore dell’infanzia in difficoltà familiare. 

Alla delegazione di Ai.Bi. hanno preso parte anche Valentina Griffini, coordinatrice dell’area Africa e Asia, ed Eddy Zamperlin, volontario espatriato a Goma (Repubblica Democratica del Congo); per parte burundese, era presente inoltre il Ministro per la Solidarietà Nazionale, i Diritti della Persona Umana e di Genere, Clotilde Niragira, la cui firma ha sancito l’entrata in vigore dell’accordo.

Dopo Marocco, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo e Ghana, Ai.Bi. pianta dunque la sesta bandierina sulla grande mappa dell’Africa; appunta lo spillo su un paese minuscolo, che quasi scompare fra le altre nazioni del continente, ma dove la sofferenza è grande.

Il Burundi, al 10° posto assoluto per mortalità infantile, è uno dei paesi più poveri al mondo: circa l’80% della popolazione vive con meno di 1.25$ al giorno e quasi il 60% dei bambini sotto i 5 anni soffre di malnutrizione cronica, per lo più imputabile all’insicurezza alimentare, alla scarsa crescita economica del paese, alla dipendenza dagli aiuti esterni e all’alta densità abitativa. Il numero di orfani si aggira intorno ai 610.000 (Unicef, State of World’s Children, 2013): le ragioni dell’abbandono sono per lo più adducibili alla recente guerra civile che ha sconvolto il paese, alla larga diffusione dell’HIV(circa 90.000 gli stessi bambini infetti) e alla dilagante povertà. Il Burundi soffre anche di piaghe come la prostituzione infantile e il lavoro minorile; quest’ultimo, in particolare, colpisce circa il 26% dei minori tra i 5 e i 14 anni.

Secondo i dati della CAI, nel 2012 sono state effettuate 12 adozioni di bambini burundesi; l’unico altro ente accreditato nel paese, oltre ad Ai.Bi., è il G.V.S. (Gruppo Volontariato Solidarietà). Il Burundi, che ha ratificato la convenzione dell’Aja, pur privilegiando le adozioni nazionali, è aperto all’adozione da parte di coppie straniere; secondo alcune fonti, attualmente i minori accolti presso gli istituti sarebbero 4.500.

Per tutti loro, la presenza di Ai.Bi. rappresenterà ora una speranza in più: già da alcuni giorni, infatti, l’Associazione accetta domande per l’adozione di bambini burundesi.

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ZENIT Staff

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