La questione di Kandinskij e la storia dell'arte contemporanea

Un caso emblematico di applicazione del concetto di “Sistema d’arte”

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Stiamo riflettendo sulle dinamiche che muovono gli studi di storia dell’arte e sull’influenza che questi studi potrebbero avere sul pensiero cattolico e sulle nuove committenze, soprattutto nella prospettiva di una più complessa e aggiornata branca di studi e di ricerche.

Di fronte a un vasto materiale che mette in relazione molte opere d’arte dei secoli XIX, XX e XXI, con eventi culturali e religiosi esterni all’orizzonte cristiano e in netto contrasto con esso, appare necessario chiarire, caso per caso, tutto ciò che riguarda artisti, movimenti, gruppi ed avanguardie di questi secoli L’artista emblematico di questo tipo di studi è  Kandinsky, che è molto apprezzato in una larga parte del mondo cattolico, additato come modello da seguire in campo artistico, persino nell’ambito della produzione dell’arte sacra, ambito più complesso che richiede particolare attenzione. La considerazione di Kandinskij si colloca entro una più generale considerazione della astrazione come opzione possibile di rappresentazione del sacro, affermata già da tempo nell’Europa del nord e poi anche in Italia, analogamente alla presenza dell’informale e delle istallazioni nelle cattedrali del nord Europa. Mentre di contro, spesso le opere d’arte figurative vengono considerate non più adatte e dunque rimosse e musealizzate.

Alcuni studi di questi movimenti artistici, guardati nella giusta luce e nella corretta prospettiva storica, mostrano invece relazioni profonde di quasi tutti i grandi gruppi di artisti con ambienti esoterici, rivoluzionari, ideologici e neopagani. Proprio a partire da Kandinsky si possono condurre ricerche che mettono in luce relazioni biunivoche tra culti religiosi “neo-pagani” e forme artistiche da questi derivate. Insomma quel che da molto tempo immaginiamo come frutto di un progresso interno all’arte, ciò che siamo soliti chiamare “moderno”, si svela come un immenso campo culturale fecondato da incontri con religioni altre (nuove o antiche), ed anche alimentato da una costante apostasia che muove dinamicamente lo spirito di varie “rivoluzioni” artistiche. All’interno del moderno e del post-moderno si colloca non solo la questione del neo-paganesimo, ma molti altri elementi che derivano dalle questioni dell’ateismo, del materialismo e dei nuovi assetti sociali a questi consequenziali.

Le forme nell’arte non sono infinite e non possono neanche mutare all’infinito. Ci sono in realtà dei grandi blocchi in cui dividere e raggruppare le varie esperienze artistiche secondo l’aspetto formale: aniconico, informale, astratto, performativo e figurativo.

Ognuno di questi blocchi afferisce per sua natura ad un ben determinato modo di vedere il mondo, sia secondo l’idea stessa di uomo sia secondo la credenza o religione. Spesso si descrive l’evolversi degli eventi artistici come un progresso interno all’arte che mutando verso nuove forme abbia condotto l’umanità finalmente in territori nuovi ed inesplorati. Ma in realtà si assiste ad un movimento che ha prodotto due linee di concatenazioni di eventi. La prima linea, per certi versi comprensibile solo a distanza di tempo nella sua interezza, è il movimento di fuori uscita dal figurativo (cristiano), che ha già come origine il filologismo neo-classico, che porterà pian piano ad una vera e propria rivalutazione dell’elemento religioso pagano, fino alla completa adesione ad esso da parte di alcuni artisti e movimenti già nella seconda metà del XIX. La seconda linea, molto più difficile da comprendere nelle dinamiche e nei fini nell’insieme, ma facilmente esperibile nella nostra realtà sociale, consiste nell’aver affiancato tutte le forme d’arte che la storia dell’umanità ha prodotto nel tempo, simultaneamente, tanto da descrivere tutti i gruppi e i loro derivati nel medesimo momento storico e nel medesimo spazio.

La contemporaneità diviene così un immenso contenitore che affianca ogni “sistema d’arte” e lo legittima proprio a partire dalla libertà di aderire a qualsivoglia religione, credo o ideologia. Questo ci consente di assistere ad una complessa azione globale che, se vista in una prospettiva solo artistico-formale, può sembrare qualcosa di totalmente nuovo e originale, mentre se la osserviamo da un punto di vista iconologico, sociologico e antropologico, ci rendiamo conto che l’originalità sta solo nel fatto che tante religioni, sette, gruppi esoterici e varie confessioni hanno espresso ciascuno la forma artistica corrispondente al proprio credo e alla propria visione del mondo. In altre parole, quel che sembra originale, è in realtà determinato dal rapporto biunivoco che un “sistema d’arte” ha con la sua propria “visione del mondo” fondante. Tendenzialmente l’informale e il performativo hanno afferenza a tipi di religioni che hanno le caratteristiche proprie dell’animismo, come per esempio lo sciamanesimo. L’artista sciamano produce oggetti di senso (feticci) rituali oppure segna gli oggetti o li assembla in modo da produrre un incantesimo. L’astratto tendenzialmente ha a che fare con un certo tipo di spiritualismo che ritroviamo in correnti esoteriche, misteriche e gnostiche.

Per questo motivo, proporre come esemplare la spiritualità di Kandinskij o di Matisse, di Picasso o di Malevic in ambito cristiano, appare totalmente incongruo. Si confermano allora come necessari gli studi specialistici sulle relazioni tra le forme e i culti praticati da questi artisti, e non solo da loro.

Rodolfo Papa, Esperto della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, docente di Storia delle teorie estetiche, Pontificia Università Urbaniana, Artista, Storico dell’arte, Accademico Ordinario Pontificio. Website www.rodolfopapa.it Blog: http://rodolfopapa.blogspot.com  e.mail:  rodolfo_papa@infinito.it.

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Rodolfo Papa

Rodolfo Papa è presidente dell'Accademia Urbana delle Arti / Sito internet: www.rodolfopapa.it ; Blog:http://rodolfopapa.blogspot.com ; e.mail: rodolfo_papa@infinito.it .

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