In Pakistan e Egitto due cristiani uccisi in due giorni

Oggi, ad Islamabad, un poliziotto ha sparato al pastore Zafar Bhatti, in carcere con l’accusa di blasfemia. Ad Assiut, ritrovato il cadavere del dentista Ehab Karam rapito da ignoti a scopo di estorsione

Share this Entry

Un segno dei nostri tempi è la dura persecuzione che continuano a subire i cristiani di tutto il mondo. Secondo quanto riportato dall’agenzia Fides, tra ieri e oggi due persone si sono aggiunte alla lunga schiera di vittime della persecuzione religiosa: un pastore cristiano ‘giustiziato’ in Pakistan ed un dentista copto rapito e ucciso in Egitto.

Il primo caso si è verificato oggi ad Islamabad, dove il pastore Zafar Bhatti, in prigione da due anni con l’accusa di blasfemia, è stato ucciso da un poliziotto nel carcere di Rawalpindi. Le circostanze in cui è avvenuto l’assassinio appaiono poco lineari: secondo fonti locali, sembra che l’agente abbia ucciso Bhatti, nonostante questi fosse in attesa di processo, e ferito un altro uomo, Muhammad Asghar, condannato a morte con la stessa accusa.

Bhatti – spiega ancora Fides – era sotto processo dopo che un leader islamico lo aveva accusato nel 2012 di inviare sms offesivi verso la madre del profeta Maometto. Per la famiglia e gli avvocati, qualcuno ha cercato di incastrare il pastore usando il suo telefono.

Secondo Cecil Shane Chaudhry, direttore esecutivo della Commissione Nazionale “Giustizia a Pace” dei Vescovi pakistani (NCJP), nelle ultime settimane Bhatti aveva ricevuto minacce di morte in carcere da detenuti e guardie. Spaventato aveva quindi avvisato le autorità carcerarie.

Il pastore avrebbe dovuto presentarsi davanti a un tribunale di primo grado domani, 26 settembre, e gli avvocati della Ong CLAAS (“Center for legal aid assistance and settlement”) che seguivano il caso erano fiduciosi nel suo rilascio

“Chiediamo che il colpevole venga assicurato alla giustizia”, ha dichiarato Chaundry, condannando a nome della Chiesa cattolica “il gesto terribile” e sottolineando che “vi sono molti altri accusati in carcere, in attesa di processo”. Queste persone, tutte innocenti – ha detto – “sono in percolo solo perchè vittime di accuse di blasfemia, spesso false”. Il governo pakistano deve quindi “tutelare la loro vita” ed applicare una urgente correzione della legge sulla blasfemia “per evitarne gli abusi”.

In base agli ultimi dati forniti dal “Centro per la ricerca e gli studi sulla sicurezza”, think-tank con sede a Islamabad, risulta infatti che negli ultimi anni le accuse di blasfemia sono aumentate in modo esponenziale (un caso nel 2001, 80 nel 2011). La legge viene sempre più utilizzata per regolamenti di conti in dispute private, che nulla hanno a che vedere con la religione. Gli accusati sono spesso a rischio di linciaggio, mentre avvocati e giudici spesso rifiutano di aver a che fare con tali casi. Per questo i periodi di carcerazione degli accusati spesso si prolungano per anni.

Prima di Bhatti, un altro cristiano era stato ucciso martedì 23 settembre nella provincia di Assiut, nell’Alto Egitto. Si tratta del dentista copto Ehab Karam, rapito lunedì da ignoti lungo la strada che percorreva tornando a casa dal suo posto di lavoro, lo studio dentistico che gestiva nella città di el-Badari. Il sequesto è avvenuto probabilmente a scopo di estorsione.

Il caso del medico è solo uno dei tanti dii sequestri di persona perpetrati a danno di appartenenti alla comunità copta che continua a mietere vittime in tutto l’Egitto. Una piaga che si riversa particolarmente nell’Alto Egitto, specie nella regione di Assiut, dove in alcuni villaggi sulle rive del Nilo i cristiani in passato sono stati talvolta costretti anche a pagare “preventivamente” somme di denaro sotto la minaccia di subire ritorsioni violente.

Lo scorso febbraio le forze di sicurezza egiziane avevano infatti realizzato una vasta operazione nell’area della città di Assiut per smantellare una rete criminale che da mesi organizzava sequestri di persona, furti e estorsioni ai danni della locale comunità copta.

“Purtroppo – ha dichiarato a Fides il vescovo copto cattolico di Assiut, Kyrillos William – il fenomeno continua e non si vedono miglioramenti. Le operazioni di polizia sono episodiche e inefficaci, non riescono a risolvere il problema. Rapiscono anche per chiedere riscatti non elevati, ma per ottenere quello a cui mirano sono capaci di tutto”. 

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione