Lo ha detto ieri, a New York, il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, intervenendo al Climate Summit 2014 nell’ambito della 69° Assemblea Generale della Nazioni Unite.
Rivolgendosi al Segretario Generale, il porporato ha sottolineato la necessità e l’urgenza di “un’autentica svolta culturale che fortifichi i nostri sforzi formativi ed educativi, soprattutto a favore dei giovani”. Il tutto andando “verso l’assunzione del senso di responsabilità nei confronti del creato e di uno sviluppo umano integrale per tutti i popoli, presenti e futuri”.
In questo contesto, lo Stato della Città del Vaticano, per quanto piccolo, sta compiendo sforzi significativi per ridurre il suo consumo di combustibili fossili, realizzando progetti di diversificazione e di efficienza energetica, ha assicurato Parolin.
Ed ha aggiunto che sono molte le istituzioni educative cattoliche, come pure le Conferenze Episcopali, le diocesi, le parrocchie e le ONG di ispirazione cattolica impegnate in tale campo, ad essere convinte che il degrado della natura è direttamente legato alla cultura che plasma la coesistenza umana.
Il porporato ha ricordato inoltre che, come già indicato dalla Delegazione della Santa Sede nella COP-19 di Varsavia, “parlare della riduzione delle emissioni è inutile se non siamo pronti a cambiare il nostro stile di vita e gli attuali modelli dominanti di consumo e di produzione”.
Per questi motivi, il Vaticano attribuisce grande importanza alla necessità di diffondere un’educazione alla responsabilità ambientale che cerchi anche di tutelare le condizioni morali per un’autentica ecologia umana. Secondo il Segretario di Stato per superare la crisi ambientale, economica, finanziaria, sociale, culturale ed etica, devono essere chiare “le motivazioni etiche che la orientano”.
“Si tratta – ha precisato – di consolidare una profonda e lungimirante reimpostazione dei modelli di sviluppo e degli stili di vita, per correggerne le numerose disfunzioni e distorsioni” e soprattutto – come ha detto Papa Francesco al Corpo Diplomatico nell’udienza del 22 marzo 2013 – per sottolineare “l’importanza di ‘custodire questo nostro ambiente, che troppo spesso non usiamo per il bene, ma sfruttiamo avidamente a danno l’uno dell’altro”.
“Non vi è spazio – ha rimarcato Parolin – per quella globalizzazione dell’indifferenza, per quell’economia dell’esclusione, per quella cultura dello scarto così spesso denunciate da Papa Francesco”.
Da parte sua, ha concluso, la Santa Sede si impegna affinché “la comunità internazionale venga guidata dall’imperativo etico di agire, ispirato dai principi di solidarietà e di promozione del bene comune, nella consapevolezza che la dignità di ogni persona umana e il bene comune sono questioni che dovrebbero strutturare tutta la politica economica”.