Anzitutto la preghiera per quanti in Africa soffrono a causa dell’Ebola. Poi la gratitudine per il coraggio e la testimonianza di coloro che sono rimasti al fianco dei malati, pur rischiando la propria stessa vita.
Questi i due punti focali del discorso che Papa Francesco ha consegnato ai vescovi del Ghana, ricevuti oggi in Vaticano in visita "ad Limina". Ricordando le vittime della epidemia, il Pontefice ha espresso l’auspicio che venga rafforzato l’impegno per porre fine a questa tragedia che, secondo i dati dell'Oms, ha contagiato circa 2.800 persone, e ne ha uccise quasi 1.500.
“Prego per il riposo dell’anima di tutti coloro che sono morti per questa epidemia - si legge nel discorso - tra i quali anche sacerdoti, religiosi e religiose, nonché operatori sanitari che hanno contratto questa terribile malattia mentre si prendevano cura dei sofferenti. Che Dio rafforzi tutti gli operatori sanitari e ponga fine a questa tragedia!”.
Ha poi esortato i presuli africani a seguire la costante chiamata di Dio "alla metanoia": il Signore - ha affermato il Santo Padre - esige “la nostra conversione quotidiana, affinché tutti i nostri pensieri, le parole e le azioni siano ispirate e guidate dalla parola di Dio”.
“Vivendo in santità, in unità e in pace – ha aggiunto - potremo dare una testimonianza credibile”, perché solo da cuori convertiti “nasce la forza spirituale che ci aiuta a promuovere la virtù e la santità nei nostri sacerdoti, nei religiosi e nelle religiose e nei laici”.
E una testimonianza va data anche nei piccoli gesti quotidiani, a cominciare - ha rimarcato il Pontefice - dal gestire i beni della Chiesa con “onestà e responsabilità”, specialmente nei campi dove "la corruzione ha ostacolato il giusto avanzamento della società”.
A braccio, Bergoglio ha poi detto ai presuli: "Il pastore, il vescovo, deve avere tre odori: prima di tutto, l’odore dell’olio dell’unzione che ha ricevuto da vescovo; il secondo odore dev’essere certamente l’odore delle sue pecore e il terzo è l’odore di Dio”.
Ha poi parlato di povertà materiale che, a suo dire, può essere una occasione per dare maggiore attenzione “ai bisogni spirituali della persona umana”. “Mentre le vostre comunità giustamente compiono molti sforzi per alleviare gli estremi di povertà - ha scritto nel Messaggio - anche la Chiesa è chiamata, a imitazione di Cristo, a lavorare con umiltà e onestà, usando i beni a sua disposizione per aprire le menti e i cuori alla ricchezza della misericordia e della grazia che scaturiscono dal cuore di Cristo”.
Non ha dimenticato, poi, di ricordare che il Ghana è stato uno dei pochi paesi in Africa risparmiato da divisioni tribali, etniche e religiose che hanno “afflitto troppe parti” del continente. In tal senso, il Santo Padre ha incoraggiato i vescovi a farsi “promotori di unità e leader al servizio del dialogo”, di modo che la Chiesa locale possa sviluppare anche la collaborazione ecumenica e interreligiosa che “contribuisce all’armonia sociale” del Paese e consente "la crescita nella comprensione della dignità di ogni persona e una maggiore esperienza della vostra comune umanità”
Un pensiero è andato anche ai catechisti laici, senza il cui lavoro - ha evidenziato Francesco - "l’impegno per l’evangelizzazione sarebbe fortemente ridotto”. Ha chiesto quindi di rafforzare la formazione dei laici, come già auspicato da Benedetto XVI nell’Africae Munus, così che la loro opera possa avere risultati duraturi.
“L’opera di conversione e di evangelizzazione non è facile - ha constatato infatti il Vescovo di Roma - ma dà frutti preziosi per la Chiesa e per il mondo”. Lo dimostrano le numerose attività caritative, mediche, educative, opere di giustizia e di uguaglianza a favore dei poveri e dei deboli, promosse dalla Chiesa, in particolare l’apostolato della salute della Chiesa, non solo in Ghana, ma in tutta l’Africa Occidentale, che attualmente soffre per l'Ebola.
Infine, ai vescovi, Papa Francesco ha confidato un suo desiderio personale: "Desidero che andiate nelle città e nelle campagne, nei mercati e nelle vie, dando testimonianza di Cristo e mostrando a tutti il suo amore e la sua misericordia”.