Tra i classici giochi che tanti ragazzi hanno provato, almeno una volta nella vita, c’è quello della seduta spiritica. In molti casi viene praticato quasi per scherzo, per provare una sottile trasgressione o per spaventare qualche amico pauroso.
Scherzare con certe cose, però, significa scherzare col fuoco. Lo spiritismo, infatti, non può essere considerato un gioco. C’è anche chi pensa di poterlo praticare in modo serio, cercando un contatto reale con il mondo dei morti.
E’ una tendenza che si collega ad un altro fenomeno, più ampio: quello dell’occultismo e dell’esoterismo. Con queste parole si intendono spesso cose che dovrebbe essere conosciute da un gruppo ristretto di persone: un particolare tipo di magia, un rito per la presunta evocazione degli spiriti, i segreti per leggere le carte o la mano.
Ci troviamo, perciò, di fronte a qualcosa di misterioso, di occulto, di non accessibile a tutti. Ecco perché, a volte, certe tendenze possono essere utilizzate per esercitare un potere nei confronti di chi vive un momento di sofferenza, di debolezza o difficoltà.
Proviamo a fare qualche esempio: la fine di un amore, il tradimento di un amico, la perdita del lavoro, uno stato di depressione o semplicemente la solitudine di chi si trasferisce in un’altra città e deve ricominciare una vita nuova.
Dietro il bisogno di praticare lo spiritismo c’è spesso una sofferenza enorme per la perdita di una persona cara. Per colmare questo vuoto si utilizzano vari percorsi: le classiche sedute spiritiche, presunte registrazioni di “voci” dei morti o fotografie di misteriose “entità”, e la “scrittura”, tramite la quale i defunti “detterebbero” parole o frasi.
Il rischio più grave è la strumentalizzazione del dolore per cercare di guadagnare soldi, sfruttando il momento di debolezza di chi soffre per la perdita di una persona cara.
In realtà, la strada per superare questa sofferenza è la preghiera, il dialogo con Dio. Un Dio che ci ama ed è presente ovunque ci siano persone riunite nel suo nome.
Nella semplicità del Vangelo possiamo trovare la risposta ad ogni nostra domanda. E così il nostro sguardo potrà rivolgersi con serenità verso l’infinito.