Sono alcune delle domande a cui ha provato a dare una risposta l’onorevole Anna Ascani nel suo nuovo libro “Accountability, la virtù della politica democratica”, edito da Città Nuova.
Nel volume – che verrà presentato domani pomeriggio presso “La Feltrinelli” nella Galleria Alberto Sordi di Roma – il 27enne deputato umbro, membro della VII Commissione della Camera e della delegazione parlamentare italiana al Consiglio d’Europa, affronta alcune tematiche di grande attualità andandosi ad inserire nel dibattito sulla riforma della legge elettorale e sul crescente sentimento di disaffezione dell’opinione pubblica verso la politica.
Spesso, infatti, ci si chiede se sia possibile far crescere la democrazia superando il fossato che la divide dal castello in cui si è arroccata la Casta, oppure come agire per ristabilire la coscienza e la condizione di eletti che svolgono un attività di rappresentanza e a servizio al bene comune.
La Ascani raccoglie tutti questi dubbi e quesiti e, nel libro, mette nero su bianco una riflessione sui fondamenti della democrazia e sulle caratteristiche che ne regolano la rappresentatività. In maniera più esplicita discute poi sulla credibilità che regola la relazione tra eletti ed elettori. In particolare, l’autrice si sofferma sul concetto di “accountability”, ovvero il rapporto di fiducia tra il popolo ed i suoi rappresentati alla base di ogni democrazia. Vengono quindi ripercorse le origini e le evoluzioni nella Storia di questo concetto di matrice anglosassone, cercando le possibili applicazioni nel contesto contemporaneo.
Alla presentazione del libro di Ascani, interverranno il giornalista Gianni Riotta, editorialista de ‘La Stampa” e docente di New media presso la Princeton University; l’onorevole Michele Nicoletti, ordinario di Filosofia politica presso l’Università di Trento; Antonio Maria Baggio, ordinario di Filosofia all’Istituto Universitario di Sophia di Loppiano e direttore della collana “Idee Politiche” di Città Nuova. Moderatore dell’incontro sarà l’inviato ed editorialista de “La Repubblica” Federico Fubini.