“Un Medio Oriente aperto a tutte le fedi, dove la dignità e i diritti umani siano rispettati e ognuno possa vivere in pace con il proprio vicino”. È l’impegno preso da Caritas Internationalis al termine dell’incontro tenutosi nei giorni scorsi a Roma per mettere appunto una strategia per la crisi in Medio Oriente.
Tra le azioni da intraprendere figurano interventi a sostegno della popolazione della Striscia di Gaza e delle minoranze, tra cui i cristiani e gli yazidi, perseguitati dal terrorismo islamico.
“Il nostro dovere è dare speranza alle comunità del Medio oriente”, ha dichiarato il segretario generale di Caritas Internationalis, Michel Roy.
Tra i relatori è intervenuto monsignor Shlemon Warduni, vescovo di Curia del patriarcato di Babilonia dei Caldei e presidente di Caritas Iraq, che ha ribadito la necessità di trovare soluzioni pacifiche che escludano i bombardamenti.
È stato quindi elaborato ed approvato “un piano di lungo periodo basato sulla cooperazione interreligiosa, la costruzione della pace a livello comunitario, il rafforzamento delle Caritas nazionali e un lavoro più stretto con la Chiesa e altre associazioni religiose”, riferisce la nota conclusiva di Caritas Internationalis.