Voci tremule, lacrime, gioia e commozione, hanno fatto palpitare i cuori dei tanti presenti nella Basilica di San Pietro.
Coppie di età diversa, emozionate, con i segni evidenti delle poche ore di sonno e dell’importanza dell’evento.
Il Vescovo di Roma li ha accolti con affetto, e nel corso dell’omelia ha detto: “E’ incalcolabile la forza, la carica di umanità contenuta in una famiglia: l’aiuto reciproco, l’accompagnamento educativo, le relazioni che crescono con il crescere delle persone, la condivisione delle gioie e delle difficoltà. Le famiglie sono il primo luogo in cui noi ci formiamo come persone e nello stesso tempo sono i “mattoni” per la costruzione della società”.
Il pensiero del Papa è andato inevitabilmente alle coppie di sposi che “non sopportano il viaggio, il viaggio della vita coniugale e familiare. La fatica del cammino diventa una stanchezza interiore; perdono il gusto del Matrimonio, non attingono più l’acqua dalla fonte del Sacramento. La vita quotidiana diventa pesante e, tante volte, nauseante”.
A questo proposito ha citato la Prima Lettura della messa domenicale in cui si parla del cammino del popolo nel deserto. In un certo momento, il popolo affamato ed assetato non sopportò il viaggio. Alcune cominciarono a cedere alla tentazione di tornare indietro di abbandonare il cammino e cominciarono a lamentarsi contro Dio e contro Mosè. E arrivarono i serpenti che mordevano e uccidevano le persone.
Mosè supplicò il Signore e mostrò un serpente di bronzo appesa ad un asta. Chi guardava il serpente guariva dal veleno.
Secondo papa Francesco, “Dio non elimina i serpenti, ma offre un ‘antidoto’: attraverso quel serpente di bronzo, fatto da Mosè, Dio trasmette la sua forza di guarigione che è la sua misericordia, più forte del veleno del tentatore”.
In questo contesto si spiega che “chi si affida a Gesù crocifisso riceve la misericordia di Dio che guarisce dal veleno mortale del peccato”.
Un rimedio rivolto in particolare agli sposi che “non sopportano il cammino e vengono morsi dalle tentazioni dello scoraggiamento, dell’infedeltà, della regressione, dell’abbandono…”
Anche a costoro – ha sottolineato il Papa – Dio Padre dona il suo Figlio Gesù, “non per condannarli, ma per salvarli: se si affidano a Lui, li guarisce con l’amore misericordioso che sgorga dalla sua Croce, con la forza di una grazia che rigenera e rimette in cammino sulla strada della vita coniugale e familiare”.
Il Vescovo di Roma ha sostenuto che l’amore di Gesù, che ha benedetto e consacrato l’unione degli sposi, è in grado di mantenere il loro amore e di rinnovarlo nella gioia quando umanamente si perde, si lacera, si esaurisce.
Per Papa Francesco il matrimonio è il cammino insieme di un uomo e di una donna, in cui l’uomo ha il compito di aiutare la moglie ad essere più donna, e la donna ha il compito di aiutare il marito ad essere più uomo.
Si tratta della reciprocità delle differenze nel corso di un cammino impegnativo, a volte difficile, a volte anche conflittuale, ma “un viaggio liscio, senza conflitti non sarebbe umano”, ha sottolineato il Papa.
“E’ normale che gli sposi litighino. Ma vi consiglio – ha aggiunto il Pontefice – mai finire la giornata senza fare la pace”.
“E’ sufficiente un piccolo gesto” – ha concluso il Vescovo do Roma – perché “il matrimonio non è una “fiction”! E’ sacramento dell’amore di Cristo e della Chiesa, un amore che trova nella Croce la sua verifica e la sua garanzia. Ci saranno le croci, ci saranno. Ma sempre il Signore è lì per aiutarci ad andare avanti. Che il Signore vi benedica!”