Attraversare la Terra Santa, guidati dalla fede di Maria

Racconto di un pellegrinaggio nei luoghi che parlano di Dio e di Sua Madre

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Tutto è iniziato qui, nella povertà ed essenzialità di Nazareth, piccolo villaggio della Galilea, sconosciuto agli occhi del mondo, ma tanto gradito agli occhi di Dio. La Storia della Salvezza, intrecciata con le complesse vicende di un popolo e spesso segnata da fatti d’arme, da conquiste, sconfitte, deportazioni, finalmente trova il suo “habitat” ideale, la sua originaria ispirazione. In Maria Santissima accade il miracolo, atteso da sempre e invocato dalla incessante preghiera di Israele: Dio si compiace di un Cuore, lo plasma perché sia totalmente suo e totalmente nostro. Il peccato, con le sue devastanti conseguenze, è costretto a trattenersi sulla porta di quella umile dimora, non può oltrepassarne la soglia, perché quell’anima è solo di Dio e a Dio solo consacrerà la sua libertà, nella ineffabile gioia di sentirsi amata e prediletta dall’Altissimo.  

Tra quelle povere pietre di Nazareth – che lo studio e l’impegno di tanti stanno restituendo alla vista e alla devozione del pellegrino – rintracciamo le origini della nostra vita, della nostra cultura cristiana. La nostra storia, il nostro cammino faticoso nel tempo, trovano slancio e rinnovato fervore, si aprono alla luce della Fede e della Speranza. Come dirà un giorno l’Angelo a quella fanciulla, “nulla è impossibile a Dio”: che un borgo ignoto e disprezzato divenga la “patria” stessa del Signore; che una creatura possa passare indenne tra le prove e le insidie della vita, custodendo integra la sua luminosa bellezza e il candore del suo spirito; che la nostra miseria, riconosciuta e confessata, diventi il trono della Misericordia di Dio; che la nostra umanità, fragile e facilmente sottoposta alle lusinghe e alle illusioni del male, sia “Terra Santa”, suolo consacrato dal Cielo.

Nulla è impossibile a Dio. Dinanzi al mistero della Immacolata, al dono di Grazia ricevuto dall’alto e alla sua generosa, libera e ineguagliabile partecipazione ai disegni di Jahvé, risorge nel cuore il desiderio del bene: la vita è fatta per “qualcosa d’altro”, le difficoltà di ogni giorno, la “nausea” e il grigiore di certe giornate non possono spegnere in noi il richiamo alle cose di Dio. Maria Santissima è il segno – concreto, tangibile e umanissimo – che non possiamo mai rassegnarci, dentro l’angusto confine dei nostri limiti e delle nostre contraddizioni: Lei ci richiama alla nostra vocazione, ci indica le vie del Vangelo, dispone il nostro animo inquieto a ricevere la forza dei Sacramenti, ad ascoltare l’unica Parola di Vita che sa trasformare il nostro spirito e ridonare luce di speranza al mondo.

La vita di Maria Santissima è il germe santo di un cammino che riparte sempre, che non si lascia vincere dallo scoraggiamento, ma cerca con fiducia il Signore, ne coglie la amorosa e provvidente presenza nella storia. Il suo esempio e la sua intercessione ci ridanno la forza di confessare la nostra Fede e di testimoniare ancora -anche nel terzo Millennio della cristianità- che solo un nome è dato all’uomo, perché in esso siamo salvati: l’adorabile nome di Gesù, al quale la Vergine Santa ha donato e consacrato tutta se stessa.

Alla scuola di Betlemme e di Nazareth, lungo le vie della Palestina, fino alla consumazione, nella Città Santa, del Mistero Pasquale, impariamo da Maria a seguire Cristo sempre, in ogni circostanza, lieta o triste che sia. Ogni passo, che il Cielo ha compiuto e compie ancora per incontrarci, trovano in Lei la fedele compagna di via, che ci aiuta a penetrare il piano di Dio, a contemplarlo, ad amarlo e ad annunciarlo ai fratelli.

Pellegrino, per grazia di Dio, in questi giorni in Israele, non posso che riconoscere – una volta di più – la bellezza del “Vangelo di Maria”. La vita di quella fanciulla non è un “fervorino”, un po’ patetico, disincarnato e lontano dalla realtà: in essa è nascosto il senso di tutto il nostro impegno, è custodito il mistero della nostra chiamata, nel tempo e nella eternità.

Ogni angolo di questa straordinaria “Terra Santa”, benedetta dal Cielo e troppo spesso insanguinata dagli uomini e calpestata dagli eserciti, parla di Dio e parla di Sua Madre, custode dei segreti del Re, umile serva del Figlio, saggia amministratrice degli ineffabili doni ricevuti e generosa dispensatrice delle grazie. A Lei volgiamo lo sguardo, al suo Cuore Immacolato affidiamo il proposito di amare Cristo e di essere suoi credibili testimoni dinanzi al mondo. Come dice l’antica laude: “Troppo perde il tempo chi ben non t’ama, o dolce amor Jesu, sovr’ogni amore”.   

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Direttore del mensile “Maria di Fatima”

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Mario Piatti

Padre Mario Piatti, I.C.M.S., è direttore del mensile Maria di Fatima

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