Artemio mi racconta la sua avventura, prima, durante e dopo il carcere che ha sperimentato anni fa.
E’ stata dura trovarsi di punto in bianco schiaffato in carcere e per motivi, secondo lui, del tutto banali. Sentirti prelevato dalla tua casa, strappato da moglie e tre figli che, per il trambusto, nemmeno ho potuto salutare.
In sette pigiati in una stanza…dove ognuno ignorava l’altro; peggio ancora, ognuno contro l’altro per i più stupidi motivi.
In quell’inferno, superata anche la tentazione del suicidio, coltivavo l’idea della fuga. La architettavo con Mirco che si rivelò amico-prezioso in quella sventura.
Dopo sette anni, arrivò per me, prima che per Mirco, il giorno sognato della libertà. Fuori da quelle sbarre; fuori da quell’inferno.
Ero libero. Ero in libertà. Dovevo rendermene conto; e come meglio se non…
Correndo verso casa sognavo abbracci e baci; festa … una cena finalmente luminosa e calda assieme a mia moglie e i figli.
Libertà: incontro e vita con chi ti ama e che tu puoi riamare.
Ma… a casa nessuno m’aspettava. Anzi, lessi da un foglietto rivelatore, nessuno mi voleva incontrare.
Carcere: rifiuto di amore da chi tu ami; impossibilità di riamare.
Occasione e spinta a tornare in carcere, dove almeno avevo assaggiato un minimo di libertà: l’amicizia vera con Mirco.
Libertà !?!… è il poter esprimere liberamente l’intima urgenza di amare…perfino chi non t’ama.
Ciao da p. Andrea
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