I negozi esterni al Vaticano non potranno più vendere le benedizioni papali

Una lettera di mons. Krajewski spiega che, da gennaio 2015, il “business” delle pergamene verrà gestito esclusivamente dall’Elemosineria Apostolica. Il ricavato andrà ai poveri

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Le decine e decine di negozi intorno al Vaticano non potranno più vendere le pergamene con  le benedizioni papali. La decisione, presa da Papa Francesco in persona, è stata resa nota in una lettera datata 12 aprile 2014, a firma dell’Elemosiniere di Sua Santità, mons. Konrad Krajewski.

Nel testo il presule spiega che il 31 dicembre prossimo cesserà inderogabilmente la Convenzione tra l’Ufficio della Santa Sede adibito alla concessione delle benedizioni apostoliche su carta pergamena, ed i negozi e le librerie sottoscriventi l’accordo.

Da gennaio 2015, dunque, non sarà più possibile ordinare fuori dal Vaticano la pergamena da regalare in occasione di anniversari e matrimoni. Un business, questo, che faceva affluire notevoli somme di denaro ai negozi intorno alle mura leonine. Pagate da 10 a 50 euro – afferma il sito Vatican Insider – esse portavano alle casse dell’Elemosineria apostolica (l’istituzione che si dedica a elargire la carità del Papa) soltanto tre euro a pergamena per la firma e il timbro. Con le nuove disposizioni di Papa Francesco – in linea con un procedimento iniziato anni fa già dal 2010 da Benedetto XVI -, i soldi ricavati dal ‘business’ delle pergamente andranno invece ai poveri.

Mons. Krajewski ricorda infatti nella lettera che proprio questo è il compito dell’Elemosineria apostolica: ovvero “esercitare la carità verso i poveri a nome del Sommo Pontefice”, secondo la volontà di Papa Leone XIII che, oltre un secolo fa, aveva dato all’Elemosiniere “la facoltà di concedere la Benedizione apostolica a mezzo di diplomi, affinché l’Ufficio preposto alla carità avesse le risorse necessarie per praticarla”.

Quindi le offerte delle benedizioni torneranno a svolgere la loro funzione originale: offrire le risorse necessarie per praticare questa carità richiesta, aiutando in particolare le persone in difficoltà che scrivono chiedendo un sostegno economico. Compito che Krajewski stesso svolge recandosi spesso di persona a portare piccoli contributi in denaro, secondo indicazioni del Pontefice. 

Negli anni passati, l’Ufficio si era avvalso della collaborazione di negozi, librerie ed istituzioni “per rendere accessibile ad un numero sempre più crescente di pellegrini che giungevano a Roma” la possibilità di ottenere la benedizione. Con la diffusione sempre più ampia di internet, negli ultimi anni, si era tuttavia sviluppato il sito internet www.elemosineria.va, grazie al quale era possibile accedere a tutte le informazioni necessarie per ottenere i diplomi anche attraverso la spedizione in ogni parte del mondo. 

La lettera dell’Elemosiniere riferisce poi che, dallo scorso settembre, Papa Franceso aveva esteso “la facoltà di concedere la benedizione papale su pergamena” anche ai vari nunzi apostolici sparsi nei Paesi del mondo.

Alla luce di queste informazioni, si è deciso dunque di non rinnovare la convenzione in modo che “tale servizio – spiega la missiva – possa tornare come in origine esclusivamente di competenza di questo Ufficio e rimanere con la sola ed unica finalità caritativa per cui è nato”.

Mons. Krajewski precisa pure che tale decisione non inciderà sui posti di lavoro dei calligrafi che hanno il compito di scrivere concretamente le benedizioni. L’Elemosineria, con 12 dipendenti, si avvale della collaborazione esterna di 17 specialisti che si recano quotidianamente nell’Ufficio per ritirare o riconsegnare le benedizioni.

Tra gli “esterni” che continueranno a lavorare per l’Elemosineria – riferisce ancora Vatican Insider – ci saranno i monasteri di clausura, dove vengono preparate le pergamene più pregiate scritte interamente a mano. 

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ZENIT Staff

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