Il 1° settembre, nonostante il “no comment” ufficiale del Pentagono, gli Stati Uniti avevano iniziato a sferrare un duro attacco aereo nei confronti del nucleo jihadista al-Shabaab, in Somalia. Ieri, a distanza di pochi giorni, è giunta però la conferma da Oltreoceano che nel raid condotto a 240 chilometri a sud della capitale somala Mogadiscio, è morto Ahmed Abdi Godane, leader di al-Shabaab.
In una nota la Casa Bianca definisce l’uccisione del capo islamista “una grave perdita dal punto di vista simbolico e operativo per la più importante delle entità affiliate ad al-Qaeda”. La conferma arriva anche dal primo ministro della Somalia Abdiweli Sheikh Ahmed con un messaggio postato sulla sua pagina Facebook. “Annunciamo al popolo somalo che Godane è morto”, ha detto il premier.
Godane era considerato il capo di al-Shabaab dal 2008, dopo che il suo predecessore era stato a sua volta ucciso in un’operazione militare statunitense. Nel 2009 Godane ha formalizzato l’alleanza con Osama Bin Laden e nel febbraio 2012 ha rilasciato un video nel quale ha “promesso di obbedire” al leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri. Nel corso di questi anni al-Shabaab ha compiuto numerosi e sanguinosi attacchi, compresi alcuni di natura suicida, a Mogadiscio oltre che nel centro e nel nord della Somalia.