Ha preso il via oggi a Esztergom, in Ungheria, la tre giorni di dibattiti e incontri sul tema “Sussidiarietà e solidarietà per rilanciare e salvaguardare la coesione europea”, promossa dall’Ente Formazione Addestramento Lavoratori (EFAL), l’Associazione Rurale Cattolica Internazionale (ICRA) in collaborazione con il Centro europeo per le questioni dei lavoratori (EZA) con il sostegno economico dell’Unione Europea.
L’iniziativa, come hanno ricordato i presidenti delle organizzazioni promotrici, si inserisce all’interno dell’Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare voluto dalle Nazioni Unite. “In accordo con il dibattito sviluppatosi all’interno della Commissione Europea – ha sottolineato Vincenzo Conso, Segretario Generale dell’Icra – possiamo dire che l’agricoltura familiare è la spina dorsale dell’agricoltura in generale e che in questo anno bisogna coglierne il ruolo e il valore, ma bisogna anche mettere a fuoco ciò che serve per svilupparne le potenzialità”. Per ribadire tale impegno, Vincenzo Conso ha annunciato l’intenzione di redigere a conclusione dei lavori un documento che verrà presentato il 16 ottobre in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione.
A mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio “Giustizia e Pace”, il compito di entrare nel vivo dei lavori ponendo l’attenzione sul tema dell’etica e del diritto all’alimentazione “da cui dipende il futuro del pianeta – come ha sottolineato il relatore – perché non è solo questione di nutrire il mondo, ma di proteggere di sviluppare simultaneamente la terra e le sue potenzialità per le prossime generazioni”.
Per far questo – ha messo in evidenza il relatore – il sistema alimentare deve affrontare tre sfide epocali, collegate fra loro: “garantire un’alimentazione adeguata ai sette miliardi di persone che attualmente vivono sul pianeta, raddoppiare la produzione alimentare nell’arco dei prossimi quarant’anni e raggiungere entrambi gli obiettivi in modo sostenibile dal punto di vista ambientale”.
Al riguardo mons. Toso ha sottolineato che, “dopo il diritto alla vita, diritto primario e originario, fra i principali diritti vi è il diritto al cibo o all’alimentazione” e citando le parole di Benedetto XVI ha ricordato la necessità “che maturi una coscienza solidale che consideri l’alimentazione e l’accesso all’acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni”.
Connesso a questo aspetto, vi è inoltre la questione della sicurezza alimentare, che come ricorda anche Benedetto XVI, deve essere affrontato “in una prospettiva a lungo periodo”, coinvolgendo anche “le comunità locali nelle scelte e nelle decisioni relative all’uso della terra coltivabile. “La questione alimentare non è più solo una questione di distribuzione delle risorse tra paesi ricchi e paesi poveri, ma oltrepassa questo confine, per apparire un problema di portata globale, alla cui soluzione debbono concorrere politiche internazionali, non solo nazionali”, evidenzia Toso.
Ma se la questione delle risorse alimentari rappresenta un aspetto cruciale per “uno sviluppo plenario, solidale, inclusivo e sostenibile” ha evidenziato il segretario del Dicastero per la Giustizia e la Pace, lo stesso vale per le risorse energetiche e da qui l’esigenza di un’energia accessibile a tutti e che sia “un bene sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale, nel rispetto di condizioni imprescindibili sul piano tecnico, socioeconomico, culturale e politico”.
Di fronte a queste sfide “la Comunità internazionale ha il compito imprescindibile di trovare la strada istituzionale per risolvere la questione della sicurezza alimentare e dell’energia sostenibile per tutti – sottolinea mons.Toso – ed è chiamata, in particolare, a disciplinare le attività connesse alla realizzazione e distribuzione equa di tali beni collettivi, con la partecipazione anche dei Paesi più poveri, in modo da pianificare insieme il futuro”.
“In un momento storico in cui sono carenti i punti di riferimento sia per individuare un fondamento certo per il diritto al cibo e all’energia sostenibile per tutti, sia per offrire un senso e una direzione all’impegno della loro concretizzazione storica – rileva il presule – la Dottrina sociale della Chiesa mette a disposizione un quadro sapienziale, antropologico ed etico, particolarmente utile”.
“Solo sulla base di una concezione dello sviluppo orientato al bene comune – prosegue – sarà possibile accedere ad un nuovo paradigma di produzione, consumo e distribuzione del cibo e dell’energia: un nuovo paradigma svincolato dall’utilitarismo, dall’opportunismo e da quel cinismo che induce ad un apparente rispetto dell’ambiente per non compromettere profitti futuri”.
“Anche per quanto concerne la sicurezza alimentare e la produzione e distribuzione di un’energia sostenibile per tutti – rileva mons. Toso – la Dottrina sociale della Chiesa propone un modello di economia popolata da una imprenditorialità plurivalente, animata ed orientata dalla giustizia, secondo tutti i suoi gradi di esercizio, e dalla logica del dono, oltre che dal principio della gratuità”.
“Per essa – conclude il relatore – le piccole aziende agricole di tipo famigliare e ad alta biodiversità, come documentano vari studi condotti dalla FAO in diversi Paesi, possono, in proporzione, produrre molto più cibo delle grandi monoculture industriali che non solo finiscono per generare povertà, ma sono anche più esposte alle malattie perché caratterizzate proprio da monoculture”.