La tregua corre lungo i fili del telefono. La telefonata di stamani, 3 settembre, tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo ucraino Petro Poroshenko ha raggiunto l’obiettivo sperato. Come annuncia la presidenza di Kiev i due “si sono trovati d’accordo su un cessate-il-fuoco totale”. Conferme anche dal Cremlino, il cui portavoce Dmitry Peskov, citato dall’Agenzia di stampa russa Itar-Tass, ha precisato che i due presidenti “hanno continuato a discutere della crisi umanitaria e militare in Ucraina”.
Putin e Poroshenko, ha aggiunto Peskov, “hanno scambiato le loro opinioni sulle misure prioritarie per fermare lo spargimento di sangue” nel sudest dell’Ucraina e la visione del presidente russo “sulle possibili vie d’uscita da questa situazione di crisi coincide in gran parte con quella del presidente ucraino”.
Prima della notizia dell’accordo, sempre stamattina, l’Agenzia russa Ria Novosti aveva diffuso una notizia tragica, quella della morte del fotografo Andrei Stenine, scomparso il 5 agosto scorso in Ucraina. “Il nostro collega Andrei Stenine – ha detto il direttore dell’Agenzia, Dimitri Kiselev – è morto. Credevamo fosse prigioniero… Ora sappiamo che è morto un mese fa”.
Il reporter russo trentatreenne è stato trovato morto in un veicolo bruciato dopo un attacco dell’esercito ucraino ai separatisti nelle vicinanze di Donetsk, una delle città epicentro dei combattimenti. Stenine è il quarto giornalista russo che ha perso la vita mentre svolgeva il suo lavoro per documentare il conflitto nella zona orientale dell’Ucraina. A giugno è rimasto ucciso anche un reporter italiano, Andrea Rocchelli, insieme al suo assistente.