E' mariana la prima festa dell'anno

Una solennità ripristinata da Paolo VI, che istituì nel primo gennaio anche la Giornata mondiale della pace

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Di Maria di Nazareth si parla poco nei Vangeli, eppure la bibliografia che la riguarda è ampia, mentre profonda è la devozione con cui il popolo di Dio la prega, vi si affida. Il nome Maria proviene da Miryam, il quale, derivando dalla radice egiziana Mryt + Yah(wé), in ebraico vuol dire “Amata da Dio”. Basta scorrere le varie litanie per avere una minima idea dei titoli con cui viene insignita. Sono molti, alcuni anche poetici. Ormai da diverso tempo il primo giorno dell’anno è dedicato alla sua maternità divina. Nell’ottava di Natale la Chiesa celebra, infatti, la festa di Maria Santissima Madre di Dio, solennità strettamente legata al mistero della nascita di Gesù. Il primo gennaio venne chiamato in octava Domini in ricordo della circoncisione di Gesù, rito che, in obbedienza alla Legge mosaica, avveniva otto giorni dopo la nascita. Come si legge nel Vangelo di Luca (2, 21): “Quando furono passati gli otto giorni per circonciderlo, gli fu dato il nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito in grembo”.

La festa mariana della Theotókos (Θεοτόκος), cioè “Madre di Dio”, affonda le radici in tempi molto antichi. La solennità costituisce un trittico che, insieme all’Immacolata Concezione e all’Assunzione, evidenzia i tre grandi “privilegi” di Maria (Cfr. S. Rosso, Anno Liturgico, in S. De Fiores–S. Meo (Ed), Nuovo dizionario di mariologia, op. cit., 64). Il titolo di Madre di Dio fu sancito dal Concilio di Efeso nel 431 ed evidenzia la straordinaria missione della Madonna nella storia della salvezza dell’uomo. Lo ha ribadito anche il Concilio Vaticano II: Maria è “congiunta indissolubilmente con l’opera di salvezza del Figlio suo”.

Fu Paolo VI a ripristinare la solennità mariana nell’ambito di un processo di rinnovamento liturgico e di riforma del calendario liturgico romano. Leggiamo in Le feste della Madonna. Note storiche e liturgiche per una celebrazione partecipata (di Danilo Maria Sartor, EDB, Bologna 1987, 44-50) che vennero stabiliti quattro gradi di celebrazioni: solennità, feste, memorie obbligatorie e memorie libere, alle quali si aggiungono alcune memorie soppresse o lasciate ai calendari locali, come ad esempio il 12 Settembre, in cui ricorre il SS. Nome della B. Vergine Maria.

Le “solennità” riguardano le verità dogmatiche sulla Madonna. Cadono il 1 gennaio: Maria SS. Madre di Dio; 25 marzo: Annunciazione del Signore; 15 agosto: Assunzione della B. Vergine Maria; 8 dicembre: Immacolata Concezione. Le “feste” hanno invece a che fare con eventi salvifici della vita di Maria: 2 febbraio: Presentazione del Signore; 31 maggio: Visitazione della B. Vergine Maria; 8 settembre: Natività della B. Vergine Maria. Le “memorie obbligatorie” sottolineano particolari titoli: 22 agosto: B. Vergine Maria Regina;  15 settembre: B. Vergine Maria Addolorata; 7 ottobre: B. Vergine del Rosario; 21 novembre: Presentazione della B. Vergine Maria. Le “memorie libere” sono relative ad alcune devozioni mariane: 11 febbraio: B. Vergine Maria di Lourdes; Sabato dopo la solennità del S. Cuore: Cuore Immacolato della B. Vergine Maria; 16 luglio: B. Vergine Maria del monte Carmelo; 5 agosto: Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore.

Nell’esortazione apostolica Marialis cultus Papa Paolo VI scriveva: “Il tempo di Natale costituisce una prolungata memoria della maternità divina, verginale e salvifica di colei la cui illibata verginità diede al mondo il Salvatore […] Nel ricomposto ordinamento del periodo natalizio Ci sembra che la comune attenzione debba essere rivolta alla ripristinata solennità di Maria Ss. Madre di Dio; essa, collocata secondo l’antico suggerimento della Liturgia dell’Urbe al primo giorno di gennaio, è destinata a celebrare la parte avuta da Maria in questo mistero di salvezza e ad esaltare la singolare dignità che ne deriva per la Madre santa… per mezzo della quale abbiamo ricevuto… l’Autore della vita; ed è, altresì, un’occasione propizia per rinnovare l’adorazione al neonato Principe della Pace, per riascoltare il lieto annuncio angelico (cfr Lc 2,14), per implorare da Dio, mediatrice la Regina della Pace, il dono supremo della pace. Per questo, nella felice coincidenza dell’Ottava di Natale con il giorno augurale del primo gennaio, abbiamo istituito la Giornata mondiale della pace”.

La pace è il dono messianico per eccellenza e, nelle parole di Papa Francesco alla sua prima benedizione Urbi et Orbi, non è un equilibrio tra forze contrarie, una bella facciata, ma “è artigianale”, è “un impegno di tutti i giorni” che si porta avanti a partire dal dono di Dio, che in Gesù Cristo ci ha dato la salvezza. Maria, dal cui fiat è nato il Redentore, non può che essere festeggiata proprio il primo giorno dell’anno affinché, per un nuovo anno, protegga e guidi l’umanità sul cammino della pace.

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Laura Guadalupi

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