Mi affaccio sulla strada; davanti alle porte del convento vedo una scena consueta. Alle otto del mattino le mamme conducono i loro bambini alla scuola materna.
Osservo Mattia che, manina nella mano, segue il passo frettoloso della mamma. Non mi sfugge un particolare: cammina saltellando e canticchiando. Ovvio il mio commento: è un giorno pieno di sole, anche Mattia ne gode e gioisce.
Il giorno dopo, stessa ora, stessa scena: Mattia, manina nella mano, saltella gioioso e segue canticchiando il passo frettoloso della mamma che lo conduce alla vicina scuola materna.
Nulla di nuovo se la stessa gioia del piccolo fosse stata espressa, come il giorno precedente, in un sole ridente e meraviglioso. Per me la novità è apparsa evidente. Benché quella mattina imperversasse una pioggia battente, Mattia cammina saltellando gioioso. Stesso tripudio, stessa spensieratezza del giorno precedente.
Allora, mi sono detto, la contentezza del piccolo non dipende dalla presenza d’un sole splendido. E’ contento anche se piove, è nella gioia anche se il tempo è cattivo. Addirittura saltella reggendo l’ombrellino con la destra e tenendo la mano della mamma con la sinistra.
E’ il suo stare con la mamma che gli fa splendere continuamente il sole anche se nella vita imperversano piogge e il cielo tende a oscurarsi per la presenza di nuvoloni incombenti.
“Mostraci il Padre!” mi chiedono gli amici. Aspettano che la mia vita proceda sempre con un passo saltellante.
Ciao da p. Andrea
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