A conclusione della giornata in cui noi credenti abbiamo celebrato la solennità dell’Epifania, mi piace condividere tre mie brevi considerazioni:

1) I Magi che partono dall’Oriente al seguito di una stella sono studiosi, gente sapiente, saggi. Ma non sono giudei. Per loro, per la loro esperienza di fede -non sappiamo quale sia la loro fede, ma certamente non è ebraica- e di cultura,  l’attesa di un Messia che porta liberazione non significa niente. Essi seguono semplicemente  l’intelletto. Ma tramite la ragione quel Bambino nato a Betlemme dice loro “qualcosa”; magari non sanno bene “cosa”, ma si lasciano interrogare da Lui… “Al vedere la stella provarono una grandissima gioia”, affermano le Scritture. Che sia forse la gioia della fede, che si schiude grazie alle potenzialità della ragione? Se allora Gesù ha “qualcosa” da dire per tutti -anche per i non credenti-, la ragione non è avulsa dalla fede.

2) Nel Cielo ci sono miliardi e miliardi stelle. Le Scritture non parlano di “una stella”. I Magi seguono “la stella”. L’articolo determinativo specifica che tra una miriade di stelle i Magi riescono a riconoscere quella vera, quella giusta per il loro cammino. E noi? Pensiamo mai a quante sono le stelle che affollano ogni giorno la nostra vita? C’è la stella del  successo veloce; la stella del sesso facile; la stella del guadagno immediato; la stella dell’alcol; la stella della droga; la stella dell’interesse personale; la stella del consumismo; la stella delle falsità; la stella dell’invidia, la stella della vanagloria, e così via … Insomma di “stelle” ce ne sono davvero tante. Ma -ed è la domanda- ci chiediamo mai, tra tutte queste stelle,  quale per noi è invece la stella giusta, quella da seguire sull’esempio dei Magi? Ad ognuno la propria personale risposta… Con una consapevolezza: tra le tante luci artificiali che affollano i nostri centri abitati, si fa sempre più difficile individuare la luce naturale delle stelle. Se i magi avessero camminato oggi, tra le insegne dei centri commerciali o delle discoteche, probabilmente avrebbero davvero avuto tanta difficoltà a seguire “la stella”. Ed, in tal caso, un tom tom, battuta a parte, sarebbe stato per loro di grande aiuto…

3) Roberta, carissima amica,  mi ha fatto notare che i Magi “seguono” la stella, e no la “inseguono”. Una distinzione che mi fatto riflettere. Dal vocabolario Treccani.it è evidente che “seguire” significa “andare dietro a qualcuno” mentre “inseguire” vuol dire “correre dietro a chi fugge”. Ecco: la stella non fugge dai  Magi; anzi è là a Betlemme che aspetta proprio loro, ed è per questo che ne illumina il cammino. C’è un insegnamento: nella nostra vita quante persone “inseguiamo”? Vale davvero la pena andare dietro a persone che “fuggono” da noi, senza che abbiamo cosi rispetto di noi stessi ma anche della loro scelta? Forse che, invece, sarebbe meglio  “seguire” chi ci precede, chi si mette avanti nel nostro cammino, chi con il suo amore ci indica la giusta direzione e con la sua tenerezza ci illumina i passi?

* Luigi Mariano Guzzo è direttore responsabile de "Il Ponte", periodico della Comunità parrocchiale Madonna di Pompei di Catanzaro. Tra i responsabili dell'Azione cattolica calabrese, cura la pubblicazione di "Università Oggi", organo della Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci), Gruppo di Catanzaro, di cui è presidente.