Uomini armati lo avevano rapito il 14 novembre scorso nella sua parrocchia nell’estremo nord del Camerun, vicino al confine con la Nigeria. Adesso il sacerdote francese Georges Vandenbeusch, 42 anni, è tornato in libertà e le sue condizioni sono “buone”. A dare la notizia sono stati il presidente francese François Hollande e il ministero degli Esteri di Parigi, il cui titolare, Laurent Fabius, arriverà in giornata nella capitale del Camerun, Yaoundé, per riportare padre Vandenbeusch “quanto prima” in patria.
Secondo quando riferito dall’agenzia Misna (31 dicembre), per ora non sono state chiarite né le circostanze precise della liberazione di padre Vandenbeusch – secondo l’Eliseo, non sarebbe stato pagato alcun riscatto – né l’identità esatta dei suoi rapitori. Secondo le autorità francesi e camerunensi, appartengono molto probabilmente al gruppo radicale islamico Boko Haram, lo stesso che già nel febbraio scorso aveva rapito nella stessa zona sette cittadini francesi della stessa famiglia, liberati dopo due mesi in Nigeria. Da parte sua, il vescovo della diocesi di Maroua-Makolo, monsignor Philippe Stevens, attribuisce il rapimento piuttosto a “semplici banditi”, che parlavano in inglese e in lingua haussa.
Proprio a causa del rischio terroristico e del pericolo di rapimento, la Francia aveva proclamato da tempo “formalmente sconsigliata” la zona dove si trovava padre Vandenbeusch. Ciononostante il sacerdote Fidei Donum non ha voluto abbandonare la parrocchia di Nguetchewe, diventata un punto di riferimento per migliaia di nigeriani che hanno oltrepassato il confine per sfuggire alla violenza nel loro Paese. La maggior parte di loro sono cristiani, “costretti alla conversione, alla morte o alla fuga”, come aveva scritto lo stesso sacerdote in una lettera inviata nel settembre scorso alla sua parrocchia d’origine a Parigi.
Lo notizia della liberazione del sacerdote è stata accolta con grande gioia. “È un immenso sollievo, una gioia immensa”, ha dichiarato il responsabile dei sacerdoti francesi Fidei Donum, padre Jean Forgeat, ai microfoni della Radio Vaticana. “È veramente grazie a Dio perché molte persone hanno pregato per questa liberazione. Abbiamo sperato tanto, io personalmente ho sperato tanto che potesse avvenire per Natale”, ha continuato padre Forgeat, che ha parlato di “un bellissimo regalo”, anzi di “un regalo immenso di buon anno”. “In mezzo a tutte queste prove c’è comunque questo bagliore, questa luce: è la luce del Natale che continua a splendere attraverso questa notizia”, ha concluso.
Sul rilascio del sacerdote francese si è espresso anche il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi S.J. “La liberazione di padre Georges Vandenbeusch è una notizia che ci rallegra profondamente e incoraggia la speranza”, ha detto il gesuita. “In questa vigilia della giornata della Pace ci auguriamo che ogni forma di violenza, odio e conflitto nelle regioni travagliate dell’Africa come delle altri parti del mondo possa essere superata”, ha proseguito padre Lombardi, che ha invitato a pregare per tutte le altre persone ancora sequestrate ingiustamente in diversi luoghi a seguito dei conflitti.