Il vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, monsignor Felice di Molfetta, ha accolto con “immensa gioia”, la nomina di monsignor Nunzio Galantino a segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Monsignor Galantino è infatti originario della suddetta diocesi, dove è stato ordinato nel 1972 e dove, dal 1977 al 2011, è stato parroco di San Francesco d’Assisi.
“Sono sicuro – come lo sono sempre stato – che don Nunzio continuerà a svolgere anche il suo nuovo incarico profondendo le sue migliori energie che lo hanno caratterizzato nella vita pastorale diocesana, a servizio di tante generazioni di giovani e di chiamati al ministero presbiterale”, dichiara monsignor di Molfetta in un comunicato.
“Sorretto da grande passione per Gesù Cristo e animato da robusta spiritualità – ha aggiunto il presule – continuerà ad essere un autentico araldo dell’evangelo a servizio della Chiesa Italiana, così come ha già dimostrato in meno di due anni svolgendo il ministero episcopale nella diocesi calabrese”.
Il vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano ha quindi concluso esprimendo “sentimenti di profonda gratitudine al Santo Padre Francesco per la benevolenza usata nei riguardi di un figlio della Chiesa di Cerignola-Ascoli Satriano, confermando la piena adesione al Suo illuminato magistero e assicurando costanti e fervide preghiere al Supremo Pastore per l’alto Suo servizio alla Chiesa universale”.
Intanto il neo-segretario generale della CEI scherza e fa professione di umiltà: “Se penso a quanti, prima di me, hanno reso questo servizio, dico che c’è voluto un bel coraggio da parte del Papa a chiamarmi”, ha dichiarato monsignor Galantino, in un intervista rilasciata al sito della diocesi di Cassano all’Jonio, di cui rimarrà vescovo titolare.
“Siccome però sono uno che si fida degli altri – ha proseguito – sono certo che, sostenuto dal buon Dio, certo della fiducia del Santo Padre, accompagnato dall’affetto delle tante persone che mi vogliono bene e alle quali voglio bene, posso intraprendere anche questa bella e impegnativa avventura in una Chiesa e per una Chiesa che amo”.
Commentando la lettera di papa Francesco indirizzata ai fedeli della diocesi di Cassano all’Jonio, in cui il Pontefice chiede loro “perdono” per aver allontanato il vescovo dalla sua gente, Galantino l’ha definita un “fatto inedito che ci riempie di gioia”, oltre che una manifestazione “carica di affetto verso la Chiesa di Cassano e verso di me”.
Papa Francesco, ha commentato il vescovo di Cassano all’Jonio, è un uomo che conosce “la sofferenza che si può provare quando si sono intessute delle belle e leali relazioni tra persone” e che “ha vissuto e continua a vivere relazioni intense con le persone”.
I legami che si creano tra un parroco o un vescovo e i propri fedeli “non basta un trasferimento ad annullarmi” e se si “interrompono è perché non erano intensi”, ha quindi aggiunto il presule.