L'arcivescovo di Catania incoraggia gli artisti del Teatro Massimo

Monsignor Salvatore Grisina ha celebrato la messa di Natale per gli operatori e il personale del “Vincenzo Bellini”, da diversi mesi senza stipendio e senza contratto

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Le nostre famiglie sono in ginocchio”; “La cultura non è un lusso, ma è un diritto”; “Un popolo senza teatro è un popolo morto”: sono queste alcune delle espressioni degli striscioni che tappezzavano i palchetti del maestoso e barocco Teatro Massimo “Vincenzo Bellini” di Catania.

Sul grande palco, con accanto un gruppo di orchestrali e i coristi, l’Arcivescovo, monsignor Salvatore Gristina ha celebrato la Santa Messa di Natale per gli operatori e il personale del Teatro Bellini.

Una Messa eccezionale, richiesta appunto dagli operatori del Massimo, da diversi mesi senza stipendio e senza contratto, con il rischio di non poter attivare la stagione teatrale e quindi rimanere a spasso.

Orchestrali, musici, coristi, coreografi, tecnici, tutti fermi da diversi mesi in attesa dei finanziamenti regionali che non arrivano e quindi, insieme al Teatro, anche le attività culturali della Città sono ferme e in agonia.

Si auspicava la partecipazione delle Istituzioni regionali e comunali che non hanno presenziato e solo la parola di conforto e di speranza dell’Arcivescovo ha lanciato un messaggio di fiducia per la positiva soluzione della non facile vicenda amministrativa.

Il bel canto, l’armonia dei violini ha creato una particolare atmosfera, non comune tra i palchi e le poltrone del teatro, ma era presente e diffusa tra i numerosi partecipanti un’aria di mestizia e di preoccupazione per il domani.

Gli interventi pubblici di appello alle Istituzioni hanno risuonato nel maestoso Teatro e si auspica che vengano accolti ed esauditi.

Anche i bambini del piccolo coro di voci bianche “Vincenzo Bellini”, hanno voluto essere presenti e manifestare la piena solidarietà agli artisti del Massimo, accomunati dal desiderio di realizzare un sogno di armonia e di futuro attraverso la musica e il canto.

L’auspicio e l’augurio dell’Arcivescovo sono stati quelli di poter presto giungere alla soluzione della vertenza sindacale e amministrativa e quindi poter cantare un solenne Te Deum di ringraziamento per i benefici ricevuti.

Con il desiderio del Te Deum si chiude l’anno 2013 e ci si affaccia al nuovo anno che si spera migliore per l’economia e la società tutta.

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Giuseppe Adernò

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