La Fondazione “Centesimus Annus – Pro Pontefice” è stata istituita dal Beato Giovanni Paolo II 20 anni fa, e prende il nome dall’enciclica che il Papa polacco ha firmato in occasione del centenario della Rerum Novarum. Il suo ambito di riflessione e di azione è quello della Dottrina Sociale della Chiesa .
Domingo Sugranyes Bickel è di nazionalità spagnola, ma è nato a Friburgo, in Svizzera, dove si è laureato in economia e scienze politiche. E’ sposato e ha tre figli. Attualmente vive a Madrid. Appartiene dal 1969 all’UNIAPAC (Unione Cristiana Internazionale degli Imprenditori Dirigenti ), di cui è stato segretario generale 1974-1981 e presidente dal 1997 al 2000.
Attualmente fa parte del Consiglio di fondazione del Comitato per il Controllo Interno e presiede l’Organismo di Vigilanza della Fondazione MAPFRE Audit. E’ membro del consiglio di amministrazione di diverse società controllate da MAPFRE, e del Consiglio della Società Cattolica di Assicurazioni a Verona. Presiede anche il consiglio di amministrazione della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice, con sede nella Città del Vaticano.
ZENIT lo ha intervistato.
Lei pensa che la Dottrina sociale della Chiesa (DSC) sia la grande sconosciuta?
Domingo Sugranyes Bickel: Sì, lo penso. Naturalmente, in modi diversi. Pochi sono a conoscenza della sua esistenza, anche se Giovanni Paolo II ha detto in molte occasioni che è parte essenziale del messaggio evangelico. Altri hanno solo una comprensione formale di alcuni principi della DSC e non hanno fatto lo sforzo di applicarla in termini pratici. Cioè, non hanno capito come applicarla e qual è l’importanza in campo economico, sociale o altra attività connessa. L’insegnamento trasmette messaggi, ci dà indicazioni, ci ricorda i cambiamenti che sono necessari. Come membri della Chiesa dobbiamo fare il lavoro di rendere pratica la DSC.
Quali aree della dottrina sociale possono essere considerate in grado di aumentare la consapevolezza dei credenti ?
Domingo Sugranyes Bickel: Dipende dall’attività di ciascuna delle azioni possibili e come possono influenzare l’attività economica, sociale e politica. Già dalla pubblicazione dell’enciclica Centesimus Annus del Beato Giovanni Paolo II il ruolo della DSC è riconosciuto, le regole, i pericoli e gli errori da evitare sono indicati . Sono profondamente vicino alle regole del buon senso. Vale a dire, che come dice papa Francesco, l’uomo nella società attraverso la costruzione di relazioni e attraverso il lavoro può ottenere il meglio in ogni situazione .
Alcuni sostengono che la Dottrina sociale della Chiesa è impraticabile e troppo teorica. Quali sono le proposte per azioni adeguate alle sfide di oggi quale il mondo globalizzato e secolarizzato?
Domingo Sugranyes Bickel: Nel corso della storia ci sono state realtà economiche che sono state costruite dalla Dottrina Sociale della Chiesa. E ‘ vero che essa non garantisce la soluzione ad ogni problema economico. Ci sono state aziende, associazioni, sindacati, associazioni che sono andate molto bene e altre non così tanto. Un esempio di applicazione della DSC si trova nella ricostruzione dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Mi riferisco a quello che alcuni hanno chiamato il modello dell’economia renana, che si basa sulla partecipazione e il dialogo tra le parti sociali, la vicinanza delle istituzioni finanziarie sul territorio, ecc. E’ vero anche che ci sono state altre realtà, passati e presenti, che sono lontani dall’ispirazione della dottrina sociale della Chiesa. In sostanza, la dottrina sociale della Chiesa si oppone alle ideologie. Non è un’ideologia e non lo sarà mai, perché grazie al messaggio cristiano porta a vedere le cose come sono e mette la persona sempre sopra le ideologie. Se la Dottrina sociale della Chiesa attacca l’ideologia del mercato, è perché questa non è una garanzia assoluta. Ci sono cose buone e cose meno buone.
In un incontro che si è svolto a Valencia la Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontefice ha formulato proposte per porre fine alla crisi, indicando la DSC come grammatica dello sviluppo. Che cosa avete discusso?
Domingo Sugranyes Bickel: La fondazione non è un partito politico o un’organizzazione che propone un intervento economico diretto e immediato. Noi proponiamo un modo di pensare i problemi e sostenere coloro che agiscono in un certo modo. Ad esempio, noi sosteniamo le aziende che sono costruite con grande attenzione al capitale umano e sociale, quelle che creano posti di lavoro e soluzioni innovative, cercando di correggere gli errori. Noi sosteniamo le imprese che non riducono l’occupazione. Questo è il messaggio coerente della DSC, e su questo abbiamo lavorato a Valencia.
Papa Francesco ha definito la situazione come una “crisi antropologica ed etica”. Come si fa ad uscire dalla crisi ?
Domingo Sugranyes Bickel: Non c’è una soluzione rapida alla crisi che il mondo sta vivendo. La soluzione si trova in un progresso morale generale. Non credo che sia impossibile, ma è un processo lento. Papa Francesco sottolinea la preoccupazione prioritaria per i poveri e si riferisce a qualcosa di molto concreto. Se riusciremo a mobilitare il mondo intero nella lotta contra la povertà allora potremmo farcela. Il cambiamento è possibile, anche se credo che avremo bisogno di tempo. E’ necessaria una conversione e la traduzione della fede cristiana nella vita economica e sociale.
Il Papa ha enfatizzato anche la necessità di maggiore solidarietà, una parola che non sembra ben accetta da certi ambienti finanziari la cui concezione dell’economia è essenzialmente utilitarista. Lei che ne pensa?
Domingo Sugranyes Bickel: Dovremmo definire cosa intendiamo per solidarietà. Forse sarebbe meglio parlare di fratellanza o più precisamente di fraternità. Quando il Papa parla di solidarietà intende la volontà di condividere e lavorare insieme, con persone, aziende, famiglie …
Quali sono le attività della Fondazione che lei vorrebbe indicare come di particolare rilevanza?
Domingo Sugranyes Bickel: Abbiamo aiutato il Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamici, che è un’istituzione della Chiesa cattolica dedicata a educare e formare persone per una conoscenza più approfondita dell’Islam e della lingua araba. Inoltre stiamo lanciando la seconda edizione dell’International Economy and Society Award. Nella prima edizione hanno vinto ad “ex equo” i professori Stefano Zamagni e padre Julio Luis Martinez Martinez, S.I.
Si tratta di un riconoscimento per le opere che contribuiscono a far conoscere e approfondire la DSC. Offriamo anche un dottorato di ricerca. In questo modo , speriamo di contribuire alla diffusione più ampia e una maggiore efficienza nella comprensione della DSC.
Quale messaggio vorrebbe diffondere tra i lettori di ZENIT?
Domingo Sugranyes Bickel: Siamo molto aperti e disponibili ad entrare in contatto con i lettori Zenit che sono interessati a queste tematiche. La fondazione è un piccolo ‘pensatoio’ in questo senso, siamo assolutamente lieti di far partecipare persone provenienti da altri paesi alle attività della nostra Fondazione.