[La prima parte è stata pubblicata ieri, mercoledì 18 dicembre]
Quale altro elemento di Edith Stein potrebbe aiutare il mondo di oggi?
Dott. Juvenal: In diretta correlazione con il tema dell’esperienza individuale (umana), un contributo di estrema attualità fornita da Edith è quello della descrizione della persona umana come un essere di dimensioni fisiche, psichiche e spirituali. Edith non fa questa descrizione sulla base di argomenti di autorità, ma prende in considerazione la sua esperienza e quella delle persone vicine a lei, sotto la luce delle scienze (compresi gli elementi della Psicologia e della Psicoanalisi del suo tempo, del darwinismo, della fisica quantistica nascente ecc.) e di diverse filosofie (l’Idealismo tedesco, il Romantismo, la letteratura, la fenomenologia, il pensiero medioevale). La sua guida fondamentale era la fenomenologia, ma Edith lavorava con diversi parametri di riferimento, che le permisero di evitare una eccessiva valorizzazione di solo alcuni dei componenti dell’essere umano. Lei evita soprattutto un dualismo corpo-spirito. Edith vedeva più coerenza nel descrivere l’essere umano considerando una dualità nell’unità della persona (dualità! non dualismo!). Molti altri elementi del pensiero steiniano potrebbero essere evocati come contributi per il mondo di oggi: la concezione di educazione e formazione, la difesa delle scienze umane, l’identificazione di un’anima specificamente femminile, la valorizzazione della donna da sé stessa e non semplicemente a causa dell’uomo, una nuova concezione di femminilità e mascolinità, una rilettura della teoria delle specie, una visione integratrice dell’esperienza religiosa ecc. Edith Stein, per la sua semplicità e onestà intellettuale, abbordò in modo originale molti temi. Ci sono molti aspetti del suo pensiero da riscoprire. Dal punto di vista più accademico-universitario, Edith ha ancora molto da insegnare sulla storia della fenomenologia nascente, soprattutto in riferimento agli anni 1910-1930 (la cura dei testi di Husserl, il rapporto con Heidegger ecc.)
La fenomenologia è conosciuta e studiata nelle università brasiliane?
Dott. Juvenal: La fenomenologia è studiata da molto tempo nelle università brasiliane, anzitutto per la sua importanza storica, ma anche per il modo in cui feconda delle forme di pensiero anche al giorno d’oggi. Decisamente, non è ragionevole credere che Husserl sia stato l’ultimo filosofo della “soggettività”, e che, dopo Frege e Wittgenstein, tutto sia diventato una “questione di linguaggio”. Sostenere questa visione è qualcosa di già superato negli ultimi anni, almeno dai buoni storici della filosofia. Così, ci sono diverse università brasiliane dove si studia il pensiero fenomenologico seriamente, soprattutto di Edmund Husserl, Heidegger, Maurice Merleau-Ponty e Emmanuel Lévinas. Anche Michel Henry riceve particolare attenzione in alcune università, oltre Jan Patocka. Molti ricercatori potrebbero essere citati per aver beneficiato gli studi fenomenologici nelle università brasiliane. Tra questi, i nomi più noti sono, senza dubbio, Bento Prado Júnior (✝2007) e Carlos Alberto Ribeiro de Moura. Per quanto riguarda lo studio specifico di Edith Stein, la sua scoperta nelle università brasiliane è avvenuto circa 20 anni fa, quando la Prof.ssa Aparecida Jacinta Turollo Garcia (ASCJ) ha iniziato, con grande generosità, un lavoro di diffusione del pensiero steiniano. È lei chi organizza, da oltre un decennio, le visite annuali della Prof.ssa Angela Ales Bello in Brasile.
Una persona interessata alla fenomenologia di Edith Stein, dove dovrebbe iniziare il suo studio in Brasile? Ci sono buone fonti?
Dott. Juvenal: Per quanto riguarda le fonti, le opere di Edith purtroppo non sono ancora tradotte in portoghese. La Scientia Crucis (A ciência da cruz – Edições Loyola) è l’unica opera interamente tradotta. Alcuni testi sulla donna e la formazione umana sono stati tradotti e pubblicati nel volume La donna (A mulher – EDUSC). C’è anche una meditazione sul Natale pubblicata (EDUSC), oltre al testo teatrale in cui Edith immagina un incontro tra Edmund Husserl e Tommaso d’Aquino (Revista Mirabilia, testo disponibile su Internet). Se non mi sbaglio, questo è tutto. Ciò non rappresenta nemmeno 20% della produzione di Edith. I brasiliani sono costretti a leggere le traduzioni in spagnolo, italiano, inglese e francese, quando non possono leggere gli originali in tedesco. Questo è un problema serio, perché alcune di queste traduzioni non sono sempre buone. Per quanto riguarda i ricercatori brasiliani che lavorano sul pensiero di Edith Stein, è possibile trovarli in diverse università: per il campo specifico della filosofia, UNIFESP (Universidade Federal de São Paulo), UECE (Universidade Estadual do Ceará), UFSC (Universidade Federal de Santa Catarina), UFRB (Universidade Federal do Recôncavo da Bahia); per temi di educazione, UFC (Universidade Federal do Ceará), UECE (Universidade Estadual do Ceará), UFMG (Universidade Federal de Minas Gerais); per temi di psicologia, UFMG (Universidade Federal de Minas Gerais), UFU (Universidade Federal de Uberlândia), USP (Universidade de São Paulo). Le persone interessate possono scrivere a me; cercherò di indirizzarle ai ricercatori legati alle diverse aree! La mia e-mail è juvenal.savian@unifesp.br
Traduzione in italiano: Clio Francesca Tricarico