In Giordania, presso il Centro Don Orione di Zarqa sono ospitate attualmente 108 le famiglie siriane per un totale di 700 persone. Il progetto di accoglienza è sostenuto dalla Congregazione orionina e dalla Conferenza Episcopale Italiana.
L’iniziativa di solidarietà, coordinata dalla Fondazione Don Orione, si chiama “Progetto Don Sterpi per i profughi siriani”. È stato scelto il nome del primo collaboratore di San Luigi Orione ricordando la sua opera instancabile di aiuto durante i tempi della 2° guerra mondiale per non far mancare coperte, pane, patate e altri generi di prima necessità nelle case della Congregazione.
Tutte le persone hanno i documenti contrassegnati da organismi dell’Onu con foto identificativa. Sono tutti profughi siriani. Ci sono famiglie con 4, 6, 8 figli, alcuni molto piccoli.
Nelle vicinanze di Zarqa, c’è il più grande campo di concentramento di profughi: Zattari con circa 400.000 profughi siriani che vivono una situazione difficile e degradante. Sono come reclusi, controllati dall’esercito, perché il governo giordano li accetta, a patto che non si inseriscano in Giordania. I profughi siriani in Giordania sono calcolati essere circa 1.300.000. Solo a Zarqa vivono più o meno 4000 famiglie siriane, in miseria, accampate come possono in luoghi di fortuna.
Il programma Don Sterpi di aiuti è stato organizzato con grande attenzione. È lo stesso Padre generale degli orionini, Don Flavio Peloso in visita in questi giorni in Giordania a spiegare come funziona il progetto “si aiutano solo nuclei famigliari. Le famiglie povere che chiedono aiuto presso il Santuario orionino “Regina della Pace” vengono prima conosciute e visitate e poi ammesse al programma di aiuto.
Così si instaura un rapporto di fiducia. Poi, presso il Centro, alle famiglie vengono dati periodicamente dei “buoni acquisto” per alimentari o per medicinali. Con questi “buoni acquisto” sono loro stessi ad acquistare presso un supermercato (coinvolto nell’iniziativa) o a rivolgersi ai medici e farmacie per quanto loro serve. Tutto viene verificato in entrata e in uscita onde evitare abusi. Con questo sistema di distribuzione c’è meno confusione, meno spreco e più dignità per le persone”.
“Presso il Centro – aggiunge Don Peloso – inoltre, di tanto in tanto, vengono distribuiti altri beni particolari. In questi giorni, per esempio, si distribuiscono materassi e coperte, acquistate con i fondi del Progetto Don Sterpi. La prossima settimana, saranno distribuite piccole stufe per riscaldarsi”.
“Ma altri profughi continuano a venire alla porta del centro orionino – conclude Don Peloso – chiedendo di poter entrare nel programma di aiuto. Sapendo che venivo dall’Italia, vari uomini e donne mi hanno avvicinato con i loro documenti chiedendomi di intercedere per loro, di assumere più famiglie nel programma di aiuto”.