Il Natale: la manifestazione che Dio si è "schierato" una volta per tutte dalla parte dell'uomo

Nell’ultima udienza generale del 2013, la 30° dei suoi nove mesi di pontificato, Papa Francesco spiega qual è il vero regalo che questa Festa porta all’umanità

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1.548.500 persone. È il traguardo raggiunto da Papa Francesco con l’udienza generale di questa mattina, la 30° dei suoi nove mesi di pontificato. Un’udienza speciale, ha detto il Santo Padre, perché “si svolge nel clima spirituale dell’Avvento, reso ancor più intenso dalla Novena del Santo Natale, che stiamo vivendo in questi giorni e che ci conduce alle feste natalizie”.

Senza troppi preamboli, il Pontefice è arrivato subito al punto centrale della sua catechesi, spiegando ai fedeli in San Pietro il significato di questa “festa della fiducia e della speranza, che supera l’incertezza e il pessimismo”. “Il Natale di Gesù – ha sottolineato Bergoglio – è la manifestazione che Dio si è ‘schierato’ una volta per tutte dalla parte dell’uomo, per salvarci, per risollevarci dalla polvere delle nostre miserie, delle nostre difficoltà, dei nostri peccati”.

Cosa aggiungere di più oltre a questo annuncio di consolazione e di speranza? Che “Dio è con noi e si fida ancora di noi!” ha detto a braccio il Papa, rimarcando che “Dio viene ad abitare con gli uomini, sceglie la terra come sua dimora per stare insieme all’uomo” e che quindi “la terra non è più soltanto una ‘valle di lacrime’”, ma il luogo “dove Dio stesso ha posto la sua tenda”.

Parole, queste, che hanno scaldato il cuore dei migliaia di pellegrini infreddoliti nella piazza, e che hanno ricordato il verso senso di una Festa che, proprio qualche giorno fa, Bergoglio aveva definito “fin troppo rumorosa”. “Dio ha voluto condividere la nostra condizione umana al punto da farsi una cosa sola con noi nella persona di Gesù, che è vero uomo e vero Dio”, ha ribadito il Santo Padre. Ma c’è qualcosa di ancora più sorprendente ed è il fatto che “la presenza di Dio in mezzo all’umanità non si è attuata in un mondo ideale, idilliaco, ma in questo mondo reale, segnato da divisioni, malvagità, povertà, prepotenze e guerre”.

Cristo, cioè, “ha scelto di abitare la nostra storia così com’è, con tutto il peso dei suoi limiti e dei suoi drammi”, ha osservato il Pontefice. E così facendo “ha dimostrato in modo insuperabile la sua inclinazione misericordiosa e ricolma di amore verso le creature umane”, rimanendo saldamente vicino agli uomini “nelle sofferenze e nei dolori della storia”.

Questo è il grande e vero “regalo” di Natale: il Bambino di Betlemme che – ha detto il Papa – porta “un’energia spirituale che ci aiuta a non sprofondare nelle nostre fatiche, nelle nostre disperazioni, nelle nostre tristezze, perché è un’energia che riscalda e trasforma il cuore”. Da questa contemplazione gioiosa del mistero del Figliodi Dio nato per noi, Papa Francesco ha quindi ricavato due considerazioni. La prima è che nel Natale Dio non si rivela “come uno che sta in alto e che domina l’universo”, ma come Colui “che si abbassa” ediscende sulla terra piccolo e povero”. Ne consegue che tutti noi “per essere simili a Lui”, dobbiamo “metterci al servizio, farci piccoli con i piccoli e poveri con i poveri”. “Che questi nostri fratelli e sorelle non si sentano mai soli!”, ha esclamato infatti il Papa, invitando a lasciare per loro “un posto libero alla tavola del cenone della Vigilia”.

La seconda riflessione è che “se Dio, per mezzo di Gesù, si è coinvolto con l’uomo al punto da diventare come uno di noi, vuol dire che qualunque cosa avremo fatto a un fratello e una sorella l’avremo fatta a Lui”. Gesù stesso lo ricorda: “Chi avrà nutrito, accolto, visitato, amato uno dei più piccoli e dei più poveri tra gli uomini, avrà fatto ciò al Figlio di Dio”. E il Papa aggiunge: “Ma, è una cosa brutta quando si vede un cristiano che non vuole abbassarsi, che non vuole servire, un cristiano che si pavoneggia dappertutto: è brutto, eh? Quello non è cristiano: quello è pagano!”.

Dunque, in mezzo alle tante preoccupazioni, a volte superficiali, che solitamente caratterizzano il tempo del Natale, fermiamoci a riflettere sugli spunti che questa Solennità ci offre. Soprattutto, ha concluso Francesco, “affidiamoci alla materna intercessione di Maria, Madre di Gesù e nostra, perché ci aiuti in questo Santo Natale, ormai vicino, a riconoscere nel volto del nostro prossimo, specialmente delle persone più deboli ed emarginate, l’immagine del Figlio di Dio fatto uomo”.

L’udienza si è conclusa con il saluto ai pellegrini nelle diverse lingue. In particolare, il Papa ha ringraziato i partecipanti del musical Viva la Gente per la loro animazione musicale. La compagnia composta da giovani di tutto il mondo ha infatti intonato un “Happy birthday” al Pontefice per i 77 anni compiuti ieri. Di cuore, il Santo Padre ha poi salutato i gruppi provenienti da Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Spagna, Messico e soprattutto Argentina, da cui ha ricevuto un recipiente con la sua bevanda preferita: il mate. Una delegazione austriaca, guidata dal vescovo di Linz, mons. Ludwig Schwarz, gli ha poi donato una lanterna – la “Luce della Pace” – accesa nella Grotta di Betlemme. Infine Bergoglio non ha potuto fare a meno di rivolgere un pensiero speciale ai giocatori argentini del San Lorenzo – la squadra  di cui è tifoso da sempre – venuti a Roma per donargli una copia della Coppa dello Scudetto conquistata nei giorni scorsi, oltre alla maglietta rossoblu che recava la scritta: “Francisco Campeon”.

* Le udienze generali sono sospese e riprenderanno mercoledì 8 gennaio 2014

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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