di Salvatore Cernuzio

ROMA, venerdì, 24 febbraio 2012 (ZENIT.org) - “Nostrae aetatis cultus fondamenta si perscrutamur, facere non possumus quin ad illos sermones, ad illa monumenta redeamus, in quibus hodierna humanitas velit nolit suos fontes reperit”: “Se indaghiamo i fondamenti della cultura della nostra epoca non possiamo non ritornare a quelle lingue, a quei documenti, nei quali, volente o nolente, l’umanità odierna trova le proprie fonti”. 

Sono le parole della lettera che il Santo Padre Benedetto XVI ha indirizzato alle autorità accademiche dell’Università Pontificia Salesiana. Alla lettera del Papa, ieri, giovedì 23 febbraio, l’Ateneo ha voluto rispondere con il convegno Veterum Sapientia: storia, cultura e attualità: un'occasione per celebrare il 50° anniversario della promulgazione di questa Costituzione apostolica.

La Veterum Sapientia è il documento, firmato da Giovanni XXIII il 22 febbraio 1962, con cui il “Papa buono” volle promuovere lo studio e l’uso della lingua latina nella Chiesa, auspicando, tra l’altro, all’erezione di un Academicum Latinitatis Institutum. Quest’ultimo verrà istituito poi, nel 1964, da Paolo VI  con la Lettera Apostolica Studia Latinitatis, dove il “compito di promuovere la prosperità dell’istituto” venne affidata proprio alla Società Salesiana.

A distanza di mezzo secolo, quindi, l'incontro, svoltosi nella Facoltà di Lettere cristiane e classiche dell’Università Pontificia Salesiana, ha voluto ricordare, alle circa centocinquanta persone presenti, l’enorme patrimonio storico e culturale che il documento ancora oggi rappresenta.

Gli illustri e numerosi relatori provenienti da varie parti del mondo e da diversi ambiti - accademico, ecclesiastico o politico – hanno dato, dunque, ognuno il proprio contributo, evidenziando l’importanza che la cultura classica riveste nel contesto delle culture e delle realtà odierne e rispondendo alle sfide che oggi ne pone lo studio.

Dopo i saluti del magnifico Rettore, Carlo Nanni, e la relazione introduttiva del preside della Facoltà, Manlio Sodi, ha dato il via alla giornata di studio l’intervento del professor Tullio de Mauro, già ministro della Pubblica istruzione in Italia, che ha sottolineato come la lingua latina sia "veicolo di un patrimonio di pensiero alla base della civiltà contemporanea".

“Un immenso tesoro di beni spirituali”, la cui conoscenza deve essere trasmessa alle giovani generazioni, che "contrariamente a quanto si pensa, non sono insensibili alla sua bellezza" attraverso metodi d’insegnamento e di apprendimento "efficaci e piacevoli". E' stata questa la proposta del professor Luigi Miraglia, direttore dell’Accademia Vivarium Novum, che ha letteralmente incantato i partecipanti al convegno mostrando, con argomenti convincenti, come l’uso attivo del latino, la cosiddetta “via degli umanisti”, ottenga grandi successi didattici.

“C’è un grande interesse per il latino anche fuori dall’Europa”, ha ricordato invece il professore statunitense Mark Clark, docente del Christendom College, parlando di alcune istituzioni accademiche del suo paese; confermato poi dal professor Michele Ferrero, docente di lingua latina alla Beijing Foreign University di Pechino.

Naturalmente, non si è dimenticato di sottolineare che "l’imperativo morale e culturale di custodire il tesoro spirituale espresso in lingua latina è affidato, con speciale cogenza, alla Chiesa Cattolica e ai suoi sacerdoti", come affermato dal Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, oltre che Patrono del Pontificium Institutum Altioris Latinitatis.

“Si parla tanto di ecologia dell’ambiente – ha detto il porporato – io parlerei di un’ecologia anche dello spirito: essa si può custodire salvando proprio i torrenti della cultura romana e latina, perché pieni di quell’acqua sorgiva che aiuta a creare una umanità vera e forte”.

In definitiva, secondo le parole del Cardinale, rimarcate in conclusione dal messaggio che il Gran Cancelliere dell’Università Pontificia Salesiana, don Pascual Chávez: “solo in amoroso ascolto della veterum sapientia, della sapienza degli antichi, è possibile costruire una civiltà migliore”.