di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 8 febbraio 2012 (ZENIT.org) - Ci sono persone che di fronte alla sofferenza e al dolore perdono anche la fede, ma ce ne sono molte altre che nelle stesse condizioni ritrovano il senso della vita, e scoprono l’amore di Dio.

Da questo punto di vista il messaggio cristiano è rivoluzionario perchè riesce ad affrontare l’esperienza della sofferenza senza soccombere allo scoraggiamento, alla delusione o alla diserzione. Al contrario il dolore diventa occasione per ritrovare la grazia e la salvezza.

Ed è proprio sulla trasformazione della sofferenza in una risorsa per il bene che monsignor Luigi Novarese ha fondato il suo carisma, unendo sani e ammalati, bisognosi di cure e dottori, laici e sacerdoti  dando vita al  Centro Volontari della Sofferenza (CVS) e ai Silenziosi Operai della Croce (SODC) (http://www.sodcvs.org/confed/).

Per il tanto bene che ha fatto monsignor Luigi Novarese verrà beatificato nel maggio 2013. Nel tentativo di capire il senso di questo carisma ZENIT ha intervistato don Luciano Ruga, Moderatore Generale dei Silenziosi Operai della Croce.

Che cosa significa giornata del malato? E come pensate di celebrarla?

Don Ruga: Quest’anno la si potrebbe intendere utilmente come risposta al desiderio che il Santo Padre ha espresso nel suo messaggio: “Desidero incoraggiare i malati e i sofferenti a trovare sempre un’ancora sicura nella fede”. Cerchiamo l’àncora, invitiamo i sofferenti ad essere ricercatori e testimoni della fede, sempre più disponibili ad insegnare ai Pastori come celebrare meglio i sacramenti che intendono offrire loro: con una visita non frettolosa, scegliendo consapevolmente un testo biblico adatto, attenti al cammino dell’anno liturgico, preparandosi un poco se intendono rivolgere loro delle parole di riflessione biblica o di esortazione, restando aperti al dialogo senza la pretesa di avere in tasca tutte le risposte… L’àncora della fede è un bene prezioso, la si può trovare cercandola insieme.


La malattia porta sofferenza e dolore, In che modo e perché voi sostenete che nel dolore e nella sofferenza si può trovare la grazia?

Don Ruga: È nell’incontro con Cristo che si trova la grazia. Perché questo avvenga è necessario che vi sia una scelta responsabile, una passione per la vita. È quella dimensione attiva che il lebbroso sanato esprime molto bene nel racconto lucano, scelto da papa Benedetto per il suo messaggio in occasione di questa XX giornata mondiale del malato (cfr. Lc 17,11-19),  È lui, il malato che ritorna da Gesù, a manifestare la consapevolezza di avere a che fare con qualcosa che è più profondo e grande di un risanamento dalla lebbra. Nella comunione con Cristo vi è qualcosa di più profondo di   una guarigione o di un qualche significato offerto al dolore: vi è sempre la pienezza di vita.


Nel maggio del 2013 il vostro Fondatore monsignor Luigi Novarese verrà proclamato beato. Qual è stato il suo carisma?

Don Ruga: Il carisma di mons. Novarese nasce da una contemplazione mariana del piano della croce. Il nostro fondatore riteneva che il mistero pasquale, nella dinamica della carità redentiva, fosse il completamento di tutta la dignità dell’uomo, anche nei momenti più difficili. Lo sguardo che Luigi Novarese rivolge alla croce è stato educato dalla presenza di Maria, partecipe della sofferenza della morte e annunciatrice della vita nuova della risurrezione. Dalle apparizioni di Lourdes e Fatima, mons. Novarese ha colto la vivace presenza di Maria nella vita della Chiesa.


Chi sono i Volontari della Sofferenza e chi i Silenziosi Operai della Croce? Che differenza c’è tra i due? Che attività svolgono? Quanti sono e dove sono nel mondo?

Don Ruga: I Silenziosi Operai della Croce sono un’associazione internazionale di vita consacrata. Sono 130 appartenenti, chierici e laici, divisi in due forme di vita: comunitaria e nelle proprie famiglie, distinti in ramo maschile e femminile. Si dedicano alla valorizzazione della sofferenza e alla promozione integrale della persona sofferente. Operano in attività di animazione pastorale e presso i propri centri socio-riabilitativi, sono attualmente presenti in Europa, in Africa, nelle Americhe e in Medio Oriente. A tale scopo favoriscono la creazione e lo sviluppo di associazioni di diritto diocesano, denominate Centro Volontari della Sofferenza e riunite nella Confederazione CVS internazionale (oltre 100.000 iscritti).