di Massimiliano Padula

ROMA, venerdì, 10 febbraio 2012 (ZENIT.org).- «Arriveremo a gridare “Il tuo volto Signore, voglio vedere il tuo volto” grazie alla presenza forte e tenera di Gesù». Non è stato solo un saluto formale quello che l’8 febbraio scorso il Cardinale Angelo Scola ha proferito in una gremita Aula Paolo VI della Pontificia Università Lateranense in occasione della presentazione di una miscellanea a lui dedicata.

L’arcivescovo di Milano ha, infatti, ribadito il suo totale affidarsi alla Chiesa che «con la sua bellezza e la sua grandezza – ha spiegato – supera i limiti di noi uomini di Chiesa che siamo dei vasi di creta, carichi di contraddizione e peccato e ci permette di dare compimento alla nostra vita». Il porporato ha richiamato più volte al motto del suo episcopato Sufficit gratia tua che da il nome anche al volume realizzato in onore del suo 70° genetliaco. Presentarlo presso l’Ateneo lateranense non è stata una scelta casuale.

Scola, infatti, ne è stato Rettore Magnifico dal 1995 al 2002 donando, a quella che a titolo speciale è l’Università del Papa, – ha spiegato l’attuale Rettore, il vescovo Enrico dal Covolo – «un grande fermento accademico e culturale che l’ha resa pronta per cogliere il kairos di due avvenimenti straordinari occorsi in quel periodo: l’inizio del Terzo Millennio e il Grande Giubileo del 2000».

Dal Covolo ha, poi, sottolineato l’approccio antropologico dello Scola Rettore inteso come un aiuto a «ogni persona a prendere coscienza del progetto unico e irripetibile di Dio sulla propria vita». Significativo il parterre di relatori intervenuto per l’occasione. Oltre a due dei tre curatori (l’altro è il Segretario particolare di Scola, Gabriel Richi Alberti, anch’egli presente) Javier Prades López, rettore dell’Università ecclesiastica San Damaso di Madrid e Gilfredo Marengo docente presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi e famiglia (che ha moderato la tavola rotonda), sono intervenuti il filosofo Massimo Cacciari e il giudice della Corte costituzionale Marta Cartabia.

Cacciari ha ricordato il profondo legame con Scola che ha caratterizzato fino al 2010 la loro esperienza rispettivamente di sindaco e di Patriarca della città lagunare. «Il gran merito di Scola – ha spiegato lo studioso – è stato quello di riuscire a calare il Cristianesimo e l’idea di religione nella cultura contemporanea. Il rapporto tra fede e ragione – ha aggiunto – è certamente problematico ma, se non supera la mera spiritualità e la prospettiva etica, non può affrontare le sfide della contemporaneità come il dialogo interreligioso e l’interculturalità».

Cacciari, inoltre, ha invitato a «non arrendersi alla sola dimensione comparatistica» (tra fede e ragione) ma ha sollecitato a percorrere la strada dell’«“approssimarsi”, a quell’idea del prossimo che non compromette la nostra gerarchia di valori ma ci permette di accogliere e ospitare l’Altro. Nelle sue attività pastorali e scientifiche, – ha concluso – il Cardinale Scola si è sforzato con successo di agire attraverso questa prospettiva».

Prades López, nella sua relazione, ha elogiato la capacità di Scola di «suscitare legami di comunione» nei suoi compiti accademici e «di governo ecclesiale». Ha richiamato, invece, a espressioni care a Scola come “meticciato di civiltà” e “società plurale” Marta Cartabia che ha, altresì, evidenziato lo smarrimento di molti di fronte a queste realtà nuove e ha auspicato a una «equidistanza neutrale da parte dello Stato».

Alla presentazione della miscellanea, edita da Marcianum Press, erano presenti i Cardinali Giovanni Coppa, Salvatore De Giorgi, Francesco Monterisi, Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran e i vescovi Coccopalmerio (prossimo cardinale), Celata, Arrieta, Lafitte e Giuliodori oltre che a tanti professori, studenti e amici che hanno condiviso con Scola gli anni della Lateranense.