di Antonio D’Angiò

ROMA, sabato, 25 febbraio 2012 (ZENIT.org).- “La bellezza salverà il mondo”. Citando questa profezia di Dostoevskij, Fausto Natali, direttore della rivista trimestrale SITI dell’Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO, chiude il suo editoriale del settimo numero, pubblicato nei primi giorni di gennaio, riferendosi al fatto che lo spread certamente favorevole all’Italia è lo “spread culturale” inteso come quell’insieme di capolavori umani e naturali per i quali l’Italia è indubbia primatista.

La parte iniziale del numero di SITI da poco inviato ai soci è interamente dedicata alla Sicilia di Piazza Armerina, mentre la terza traghetta il lettore attraverso il Centro-Italia in un ipotetico percorso che parte da Tarquinia e si dirige verso il parco di Bomarzo, poi Assisi con la festa di Calendimaggio, per arrivare a Firenze prima e infine a Urbino con un intervento di Lucia Pratelli, assessore al Turismo dal 2009 che ha ideato il progetto “C.A.L.V.I.N.O Cultura 2000”; progetto che ha coinvolto insieme agli studenti urbinati anche quelli di prestigiose istituzioni artistiche europee di Vilnius, Lodz, Poznam e Granada.

Ma è la sezione centrale della rivista che, dall’accattivante titolazione: “A piedi da Gerusalemme a Gerico”, crea un simbolico legame con l’altro libro, pubblicato dal Touring Club Italiano e presente all’interno del “pacco soci 2012” per gli abbonati, intitolato “Alla scoperta delle radici europee”.

I luoghi del deserto della Giudea, il cui perimetro occidentale si può dire costellato di siti che richiamano le religioni ebraica, cristiana e islamica sono, come ci racconta Adriano Cioci “al primo posto se dovessimo chiedere alla nostra anima di viaggiatori di stilare una classifica dei luoghi irrinunciabili del pianeta”.

Questo legame tra le vie mediorientali ed europee, come già scriveva Dante tra il 1293 e il 1295 nella sua Vita Nova, è reso visibile dal racconto delle storie dei viaggiatori che effettuavano nel medioevo i pellegrinaggi verso i maggiori luoghi sacri della Cristianità: Gerusalemme, Santiago de Compostela, Roma. In tali percorsi la via Francigena costituisce l’asse centrale, diretto verso Nord per incrociare il Cammino di Santiago e verso Sud in direzione gerosolimitana.

La “Via Francigena”, Il “Cammino di Santiago”, “il Cammino di Sant’Olav” nei Paesi scandinavi, e ancora i Siti Cluniacensi e le Abbazie Cistercensi tra Italia e Francia, sono i percorsi ai quali il libro del Touring Club dedica l’approfondimento maggiore nell’ambito dei sei itinerari per scoprire le radici europee.

Certamente altri e importanti sono i percorsi che permettono al lettore di ricercare queste radici europee; solo indicativamente “Le Vie di Mozart”, oppure “L’Itinerario di Don Chisciotte” o ancora “le città storiche termali” che, come scrive Franco Iseppi, presidente del Touring nell’introduzione alla pubblicazione, alcuni “non sono veri e propri itinerari, ma identificazioni puntiformi, sulla carta d’Europa, che segnalano in ogni caso, le testimonianze diffuse di un fenomeno di grande interesse culturale”.

I 29 itinerari, formalmente adottati dal Consiglio d’Europa nel 2009, e che interessano l’intero territorio europeo, sono il degno completamento della decisione assunta nel trattato di Lisbona del 2009, che ha riconosciuto il turismo come materia di competenza europea dandole dignità non solo economica, ma anche sociale e culturale nel processo di unità e di identità per i cittadini dell’Unione Europea.

La dimensione sociale e culturale di questi viaggi si può trovare in due importanti considerazioni. La prima, in un articolo scritto nella suddetta pubblicazione del Touring Club da Michel Thomas-Penette ed Eleonora Berti, dirigenti dell’Istituto Europeo degli Itinerari culturali, quando affermano: “Non è certamente un caso se il primo percorso culturale verso la penisola iberica – il Cammino di Santiago –aveva anche l’obiettivo di ricreare il legame fisico tra le democrazie nate grazie ai movimenti di liberazione degli anni 40 del Novecento e le giovani costituzioni spagnola e portoghese, nate verso la metà degli anni 70 dopo la sconfitta della dittatura”.

La seconda riflessione, fatta dall’Arcivescovo di Vienna Cristoph Schönborn, durante una lezione a Washington e riportata integralmente nell’ultimo numero della rivista Vita & Pensiero, parlando del Cristianesimo in Europa dice: “L’Europa possiede un numero crescente e in costante aumento di persone che, dopo aver vissuto una vita totalmente secolarizzata, trovano la loro strada in una fede consapevole. Queste persone descrivono spesso il loro viaggio come un ritorno a casa”

A riprova che la dimensione sociale e culturale di ogni viaggio non può non incrociare l’essenza di ogni essere umano, sia nei rapporti con gli altri dati dal rispetto delle regole della democrazia che in quella intimità con la propria anima nella quale ogni persona può identificarsi con altro da sé.