Inghilterra: salvati i tesori dell'abbazia di Ramsgate

Fra gli oggetti spicca un calice “refrattario” del 1633

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di Anne Kurian

ROMA, mercoledì, 15 febbraio 2012 (ZENIT.org) – Grazie ad un accordo amichevole, molti reperti storici dell’abbazia benedettina di Ramsgate, nel Kent, rimarranno nelle mani della comunità cattolica.

Per supplire alle esigenze dei monaci, che si sono trasferiti in locali più piccoli a Chilworth, nel Surrey, tutta la mobilia della Saint Augustine’s Abbey di Ramsgate è stata venduta “amichevolmente”. I due principali acquirenti sono stati l’arcidiocesi di Southwark e l’abbazia benedettina di Farnborough.

La maggior parte degli oggetti storici tornerà dunque alla chiesa di Sant’Agostino nella città portuale, un edificio classificato come “grado I” (il livello più alto nella classifica dei monumenti storici) e progettato da uno dei più noti rappresentanti dell’architettura neogotica inglese, Northmore Augustus Welby Pugin (1812-1852).

In una dichiarazione ufficiale, l’arcivescovo di Southwark, monsignor Peter Smith, e l’abate di Farnborough, Dom Cuthbert Brogan, O.S.B., hanno ringraziato in modo particolare “i banditori d’asta della società Dominic Winter per la loro collaborazione e sostegno”, che hanno facilitato “questo esito felice”.

Da parte sua, il banditore Nathan Winter ha affermato la “sua grande gioia” di aver aiutato l’arcidiocesi di Southwark e di sapere che questi oggetti preziosi “figureranno nella magnifica chiesa di Pugin, considerata una delle più grandi realizzazioni dell’architetto”.

Tra gli oggetti venduti spiccano un ostensorio del 1850, progettato dall’architetto Pugin, e uno dei suoi schizzi ad acquerello, rappresentando l’interno della chiesa di Sant’Agostino. Lo schizzo era l’abbozzo di in un grande disegno di Pugin, che fu esposto alla Royal Academy nel 1849.

Va menzionato inoltre un calice “refrattario”, in argento, risalente al 1633. Si tratta di un oggetto estremamente raro, essendo il culto cattolico proibito in quel momento. Il calice è inciso con scene della Passione di Cristo. Era stato donato ai monaci di Ramsgate nel XIX secolo da un membro della famiglia Hales – loro stessi “refrattari” – che l’aveva conservato da generazione in generazione.

L’abate di Farnborough ha ricordato che “tutti gli oggetti sacri sono importanti”. Per l’abate, il calice “refrattario” – cioè di chi si rifiutava di assistere alla liturgia protestante – “esprime con particolare eloquenza la difficile situazione dei cattolici”, come testimonia l’iscrizione sul calice: “tempi crudeli”. “Siamo sollevati – ha detto – che questo calice rimanga in mani amiche”.

Il riacquisto avviene nel quadro di un programma di rinnovazione, come ha spiegato padre Marcus Holden, parroco della chiesa di Sant’Agostino, “per riscoprire com’era la Chiesa di Sant’Agostino ai tempi di Pugin”. L’architetto scelse infatti l’ubicazione della Chiesa in memoria dell’arrivo di Sant’Agostino di Canterbury nel 597. “Vogliamo – ha proseguito il sacerdote – commemorare sia il successo di Pugin che l’arrivo del cristianesimo in Inghilterra”.

Il bicentenario dell’architetto sarà celebrato il 1° marzo prossimo: non è solo “un architetto nazionale di spicco” ma anche “una figura centrale nella rinascita cattolica” oltremanica, ha detto Holden.

[Traduzione dal francese a cura di Paul De Maeyer]

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ZENIT Staff

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