Una croce di gloria

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Gv 3,13-17

Lettura

Gesù, in un colloquio notturno con Nicodemo, un maestro della legge, annuncia la sua prossima morte mediante la crocifissione, uno strumento tra i più crudeli, in uso presso i Romani. Gesù paragona il Figlio dell’uomo innalzato da terra al serpente di bronzo che Mosè aveva eretto nel deserto a beneficio del popolo, come viene narrato dal libro dei Numeri. Quanti, morsi dai serpenti, perché ribelli, avessero guardato il serpente di rame, sarebbero restati in vita. Ora la salvezza è donata dal Figlio che Dio Padre ha mandato, per amore del mondo. 

Meditazione

La festa dell’esaltazione della Croce, istituita a Gerusalemme a ricordo del suo ritrovamento nel 335, ci offre l’occasione per ripensare il significato della croce di Gesù. La croce, per l’uomo comune, è sempre stata giudicata una follia, un segno di crudeltà e di morte. San Paolo riferisce che essa è ritenuta «scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» (1Cor 1,23); per i cristiani, invece, sostenuti dal Vangelo di Giovanni, la croce di Gesù è considerata un segno di gloria, dal momento che Egli stesso l’ha definita un innalzamento: «Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo». Da simbolo di morte è diventata segno di vita, prova tangibile dello straordinario dono d’amore offerto da Gesù a ogni uomo e donna. Sulla croce Gesù rivela pienamente se stesso proprio mentre offre la sua vita, in perfetta unione con la volontà di salvezza da parte del Padre. In questo modo, sulla croce risplende, nella misura più ampia possibile, l’amore di Dio per noi uomini, così da permetterci di partecipare alla stessa vita divina. La croce di Gesù è allora la via (che solo Dio poteva inventare!) perché ogni uomo “abbia la vita eterna”. Da qui comprendiamo la dignità di ogni persona, il valore straordinario che Dio attribuisce a ciascuno dei suoi figli, la preziosità di ogni uomo, amato per se stesso, al di là dei suoi meriti. Con stupore e meraviglia, possiamo anche noi confessare con le stesse parole dell’evangelista Giovanni: «In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati…». 

Preghiera

Signore Gesù, attraverso la tua croce ci hai donato tutto, ci hai detto tutto. Siamo certi dell’amore del Padre per noi uomini! Grazie perché ci rendi partecipi della vita della Trinità; grazie perché ci comunichi l’amore del Padre; grazie perché dall’alto della croce ci hai donato il tuo Santo Spirito. 

Agire

Affrontiamo il mondo con tanta simpatia e rispetto. Impariamo a riconoscere l’impegno generoso di tanti nostri fratelli e sorelle che si donano con larghezza di cuore. 

Meditazione a cura di mons. Oscar Cantoni, vescovo di Crema, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it 

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ZENIT Staff

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