Tanzania: la Chiesa costruisce una scuola per 500 alunni, metà dei quali disabili

Il progetto vuole garantire un ambiente sicuro ai giovani ed evitare che essi vengano emarginati dalla società

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Una scuola secondaria per 500 alunni, la metà dei quali disabili: l’ambizioso progetto è stato intrapreso dalla diocesi di Moshi, in Tanzania, che per realizzarlo ha speso3,4 miliardi di valuta locale, pari a 1,5 miloni di euro.

Eppure esso era necessario per garantire un “ambiente sicuro” ai ragazzi disabili, evitando che vengano emarginati dalla società e favorendo “lo sviluppo del loro potenziale”. “In Tanzania – spiega infatti mons. Isaac Amani – i ragazzi portatori di handicap vengono emarginati e devono affrontare molte sfide: non si sentono amati, spesso neanche dalle proprie famiglie, e vivono separati dagli altri coetanei”.

I lavori – riferisce la Radio Vaticana – verranno avviati ufficialmente nel prossimo dicembre e saranno supportati anche dalla “Kindermissionswerk”, organizzazione tedesca di aiuti all’infanzia, appartenente alla Conferenza episcopale della Germania.

“La costruzione della scuola – spiega ancora mons. Amani – garantirà un ambiente sicuro ai giovani disabili ed offrirà l’occasione di sviluppare il loro potenziale intellettuale, come tutti gli altri ragazzi”.

In questo modo, conclude il presule, essi avranno la possibilità di proseguire gli studi superiori, “vedranno migliorare le loro condizioni di vita e di salute, anche grazie alle cure e all’assistenza fornite dalla scuola”. 

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ZENIT Staff

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