"Se soffre e obbedisce come Gesù e Maria, allora la Chiesa diventa Madre"

A Santa Marta, il Papa ricorda che senza la Chiesa non possiamo andare avanti. Poi incoraggia: “Non siamo orfani. Abbiamo due Madri: Maria e la Chiesa!”

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È ancora Maria il centro della riflessione di Papa Francesco nella Messa a Santa Marta di oggi, giorno in cui la Chiesa celebra la memoria della Beata Vergine Addolorata. Lei, la Madre che il Vangelo ci mostra “umile e mite” ai piedi di suo Figlio appeso sulla Croce, da dove Cristo dice a Giovanni: “Ecco tua madre”. Un messaggio che è rivolto a tutti i cristiani e che è anche “la nostra speranza”, sottolinea il Papa, perché ci dice che “noi non siamo orfani”, ma abbiamo Maria che è “unta Madre”,

Anzi, aggiunge Francesco, “abbiamo due Madri!”: Maria e la Chiesa. “Anche la Chiesa è Madre – spiega il Santo Padre – e anche la Chiesa è ‘unta Madre’ quando fa la stessa strada di Gesù e di Maria: la strada della obbedienza, la strada della sofferenza”.

Gesù, infatti – rimarca il Pontefice – “pur essendo Dio, si annientò, umiliò se stesso facendosi servo”. Egli “è venuto al mondo per imparare a essere uomo, ed essendo uomo, camminare con gli uomini. È venuto al mondo per obbedire, e ha obbedito. Ma questa obbedienza l’ha imparata dalla sofferenza”.

Proprio attraverso questa sofferenza, Cristo ha riscattato quello che era accaduto “al nostro padre Adamo”, che – ricorda il Papa – “non aveva voluto imparare quello che il Signore comandava, che non aveva voluto patire, né obbedire”. Adamo, aggiunge, “è uscito dal Paradiso con una promessa che è andata avanti durante tanti secoli”.

Ed è con “questa obbedienza, con questo annientare se stesso, umiliarsi, di Gesù”, che tale promessa è divenuta “speranza”. Il popolo di Dio “cammina con speranza certa”, afferma Bergoglio, anche perché al fianco a Gesù in questo cammino si pone Maria: “La nuova Eva”, come la definisce San Paolo, “partecipa di questa strada del Figlio: imparò, soffrì e obbedì. E diventa Madre”.

Dunque, solo quando la Chiesa assume “quell’atteggiamento di imparare continuamente il cammino del Signore” diventa davvero Madre. “Queste due donne, Maria e la Chiesa”, afferma Papa Francesco, “portano avanti la speranza che è Cristo, ci danno Cristo, generano Cristo in noi”. Infatti, “senza Maria, non sarebbe stato Gesù Cristo; senza la Chiesa, non possiamo andare avanti”.

Allora, “due donne e due Madri” – prosegue Francesco – “e accanto a loro la nostra anima, che come diceva il monaco Isacco, l’abate di Stella, è ‘femminile’ e assomiglia ‘a Maria e alla Chiesa’”.

Quindi, guardando oggi questa donna, in ginocchio sotto la Croce, “fermissima nel seguire suo Figlio nella sofferenza per imparare l’obbedienza, guardiamo la Chiesa e guardiamo nostra Madre”, dice il Papa. E conclude invitando a guardare “la nostra piccola anima” che – dice – “non si perderà mai, se continua a essere anche una donna vicina a queste due grandi donne che ci accompagnano nella vita: Maria e la Chiesa”.

Così facendo, assicura Francesco, “come dal Paradiso sono usciti i nostri Padri con una promessa, oggi noi possiamo andare avanti con una speranza: la speranza che ci dà la nostra Madre Maria, fermissima presso la Croce, e la nostra Santa Madre Chiesa gerarchica”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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